La luce è una tigre

Il fotografo Tommaso Sartori è l’autore di molte campagne di comunicazione dove le lampade sono protagoniste. Piccola conversazione sul tema della luce

Tommaso Sartori – Photo © Tommaso Sartori
Tommaso Sartori – Photo © Tommaso Sartori

Iniziamo con una citazione da Le Corbusier: “L’Architettura è il gioco sapiente, rigoroso e magnifico dei volumi sotto la luce”.
E naturalmente va bene.

Per un fotografo come te che ha scattato tanti interni, di case, di architetture, la luce cosa è?
È quello che dà forma. Come dice Le Corbusier. Nel caso delle lampade c’è una sovrapposizione: hai due (o più) luci che danno forma. C’è quella della lampada e quella della fotografia. È la cosa più interessante e più complicata quando si fotografa una lampada, perché può essere forma ma anche fonte di luce, può essere soggetto ma anche punto di vista.

IC Outdoor by Flos, design Michael Anastassiades – Photo © Tommaso Sartori

Spiegami perché trovi questo fatto interessante.
È questo binomio, questa sovrapposizione tra due fonti di luce – ma una è anche soggetto. Che può essere usato come mezzo per dare forma allo spazio. La sfida è trovare un equilibrio tra entrambe. È questa la cosa che mi coinvolge nella fotografia.

Plass Media by Foscarini, design Luca Nichetto – Photo © Tommaso Sartori
Spine by Flos, design Vincent Van Duysen – Photo © Tommaso Sartori

In che modo l’illuminazione artificiale cambia i volumi di un’architettura?
In realtà non vedo la differenza. È comunque luce. La differenza semmai è nel modo in cui è costruita, aspetto importante che secondo me adesso è molto meno affrontato rispetto al passato. Quando ho iniziato a lavorare con Flos, Piero Gandini mi ha tenuto un pomeriggio intero a spiegarmi come viene progettata la luce emessa dalle sue lampade. Adesso invece c’è un approccio molto più estetico, incentrato sull’oggetto. Soprattutto per gli interni. Nell’architetturale o nell’outdoor è diverso, perché lì è la luce che gli apparecchi fanno che è importante.

Uto by Foscarini, design Lagranja Design – Photo © Tommaso Sartori

A proposito di come si costruisce la luce: adesso si usa moltissimo il Led, le lampade si sono miniaturizzata sempre di più. Tu che tipo di fonte luminosa preferisci?
Questo è ancora un altro discorso. Trovo spesso la luce Led di una qualità pessima, è un’onda diversa dalle altre onde luminose più naturali, come quella del fuoco o delle lampadine a incandescenza. È una luce più “corta”, si ferma prima. Fanno di tutto per farla assomigliare, con uso di lenti e cose analoghe, a una luce a incandescenza per renderla più naturale. Ma non ci riescono. Quando ne hai tanta intorno ti può far star male.

Havana (design Jozeph Forakis) + Gregg Outdoor (design Roberto+Ludovica Palomba) by Foscarini – Photo © Tommaso Sartori

Come fotografo che ha ritratto tante lampade, ce n’è una che ti ha colpito particolarmente?
Come bellezza, tutte quelle di Castiglioni. Perché lì vedo ancora un progetto dedicato all’usufrutto della fonte luminosa. Poi mi ha stupito l’ultima Spine di Van Duysen (Flos) perché riesce a creare delle luci diverse utilizzando lo stesso attrezzo, studiato in modo da poter fare diverse qualità di luce. E tutti i grandi classici, che sono sempre più belli. Sono molto affezionato a quel tipo di luce. Se dovessi comprare una lampada nuova adesso non saprei cosa scegliere. Poi ci sono tutte le avventure che ho avuto con le lampade: quelle che mi sono cadute durante una burrasca, la volta che in un giorno di pioggia siamo rimasti folgorati in 15… Momenti elettrici. E poi ci sono le location indimenticabili, dove le lampade interagivano perfettamente con lo spazio. La casa di Starck a Formentera e la Bourse de Commerce di Parigi illuminata dai fratelli Bouroullec, sempre con Flos.

On location. Photo courtesy Tommaso Sartori

In sostanza, cosa significa per te fotografare una lampada?
Fotografare una lampada è come fare una foto in uno specchio. La luce diventa dominante, si impone. Hai a che fare con una tigre, un animale che non conosci, che non sai come si comporta. Affascinante.