Dalla nuova Pace Gallery di Manhattan alla private residence di Donna Karan, dall’interior design dell’Edition hotel in West Hollywood alla prima collaborazione con il marchio italiano di luxury yacht Benetti fino al ristorante The Norm al Brooklyn Museum, i progetti dello studio Bonetti / Kozersky Architecture spaziano tra differenti ambiti, mantenendo intatta quell’eleganza minimal che definisce il loro tratto stilistico. Un fil rouge che si snoda attraverso la ricerca di soluzioni funzionali che suggeriscono l’intera estetica progettuale, come spiegano gli architetti Enrico Bonetti e Dominic Kozersky.

Donna Karan house, Turks & Caicos - Photo © Luca Pioltelli

Donna Karan house, Turks & Caicos – Photo © Luca Pioltelli

Enrico, come vi siete incontrati e com’è nata l’idea di aprire il vostro studio a New York?
Io e Dominic ci siamo incontrati negli anni Novanta quando eravamo entrambi nello studio dell’architetto Peter Marino a New York. Abbiamo scoperto di lavorare molto bene insieme e qualche anno dopo, nel 2000 – quando abbiamo avuto l’occasione di potere disegnare un nuovo appartamento per la stylist Donna Karan – abbiamo aperto il nostro studio newyorkese.

In che modo definireste la vostra estetica progettuale?
Il nostro obiettivo è sempre quello di trovare soluzioni funzionali, preferibilmente di tipo spaziale, per migliorare l’uso, la qualità della vita o risolvere problemi operativi. Una volta individuate le soluzioni, lasciamo che queste guidino la risoluzione dell’aspetto estetico e, data la singolarità dei problemi, otteniamo sempre un risultato particolarmente originale.

Plateau collection by Bonetti : Kozersky Architecture

Plateau collection by Bonetti / Kozersky Architecture

Oasis 40M by Benetti Yachts
Oasis 40M by Benetti Yachts
Oasis 40M by Benetti Yachts
Oasis 40M by Benetti Yachts
Oasis 40M by Benetti Yachts
Oasis 40M by Benetti Yachts
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I vostri progetti includono esclusive residenze private, art gallery, yacht, hotel e private school. Quali gli elementi significativi che esprimono la vostra idea di architettura?
Lavoriamo molto, con un processo di editing continuo, per semplificare al massimo il segno architettonico, cercando di mascherarne la complessità per ottenere un risultato di eleganza naturale.

Lavorate a stretto contatto con i clienti per realizzare i loro sogni. Quali sono state le richieste più originali e inaspettate?
Abbiamo clienti molto diversi perché per scelta non siamo specializzati in una singola disciplina architettonica. Succede molto spesso di ricevere richieste particolari. La più originale, forse, è stata la richiesta dello scrittore Tom Clancy di avere un gun range all’interno di un grande appartamento che stavamo realizzando per lui. Lo progettammo in tutti i dettagli, ma la notizia giunse alla stampa e alla fine non fu inserito nel progetto.

Pace Gallery, New York

Pace Gallery, New York

Avete curato il progetto della nuova Pace Gallery di Manhattan. In che modo è stata concepita la sede di Chelsea che appare come un autentico museo?
Pace aveva intenzione di costruire un palazzo che ospitasse le loro gallerie, al momento in diverse zone di Manhattan, e che fosse disegnato per rispecchiare un nuovo modo di mostrare e vendere arte. Chiesero proposte a diversi architetti e alla fine scelsero il nostro progetto…

Quale invece la vostra idea di ospitalità espressa in hotel come l’Edition di Los Angeles e il Public Hotel di New York?
Entrambi sono progetti dell’hotelier Ian Schrager con il quale collaboriamo da tanti anni. Il nostro contributo credo che si possa notare nella cura informale degli interni e degli arredi.

Avete realizzato una delle scuole private più prestigiose di New York: la Avenue, affacciata sulla High Line. Quanto la storicità stilistica dell’ex scalo ferroviario ha influito sul progetto?
Il palazzo era un edificio industriale disegnato da Cass Gilbert negli anni ’20 lungo la ferrovia commerciale di Manhattan, a ridosso del porto (l’attuale High Line). Abbiamo lavorato con grande rispetto per l’edificio e abbiamo evidenziato aspetti strutturali che oggi purtroppo non sono più comuni, come le colonne di supporto che diventano più sottili su ogni piano, a fini didattici per gli studenti.

Enrico, tra i tuoi docenti un indiscusso maestro dell’architettura: Aldo Rossi. Che cosa ricordi maggiormente dei suoi insegnamenti? E quali influssi si possono leggere” nelle tue architetture?
L’architettura nasce dal luogo.

Tod's, Miami - Photo © Luca Pioltelli

Tod’s, Miami – Photo © Luca Pioltelli

Lusso discreto e caldo minimalismo sono il leitmotiv che si rivela in ogni vostro progetto. Quali elementi ricercate e prediligete per creare questa raffinata armonia?
Cerchiamo di utilizzare materiali ed elementi poveri, per fini funzionali e non con ambizioni estetiche, e ci piace nobilitarli, utilizzando le loro imperfezioni come un segno di bellezza.

Su quali progetti state lavorando in questo momento?
In questo momento stiamo lavorando su progetti in tante direzioni diverse: abitazioni, alberghi, ristoranti e nuovi yacht.

Il vostro sogno nell’ambito dell’architettura è…?
Realizzare un numero maggiore di residenze private in Italia.

Come vedete la New York del futuro?
Speriamo con meno traffico…

Bonetti / Kozerski Studio
270 Lafayette Street – Suite 906
www.bonettikozerski.com