Le interviste di IFDM: Delfino Sisto Legnani

Nonostante non abbia ancora compiuto 40 anni, Delfino Sisto Legnani è un nome di spicco nel campo della fotografia di architettura. Descritto come un “inventore instancabile di progetti”, Legnani non ha limitato la sua creatività alla fotografia. Qui condivide il motore che lo spinge a cercare costantemente nuove idee e intraprendere nuovi percorsi

Delfino Sisto Legnani

Che cos’è stata per te la fotografia?
Durante gli studi universitari, era uno strumento per rappresentare progetti di altri. Poi, attraverso Ramak Fazel, ho scoperto che poteva essere una professione. Allora lavoravo in uno studio di architettura, poi ho incontrato Ramak, e dal giorno dopo non ci sono più andato. Ho capito che la fotografia poteva essere un altro medium d’indagine del reale che mi interessava. A lui devo tanto. Mi ha soprattutto insegnato un’attitudine alla gentilezza, che forse era innata in me. Ho scoperto che esiste un modo di lavorare anche dolce e sensibile, in cui si guida il cliente verso determinate scelte.

© Delfino Sisto Legnani

Oltre al tuo studio fotografico, hai fondato uno spazio per l’arte, una casa editrice, un laboratorio di tisane e NM3, uno studio di progettazione gestito con Nicolò Ornaghi e Francesco Zorzi. Qual è la molla che ti spinge a cercare nuove idee? 
Inquietudine e curiosità mi hanno sempre accompagnato negli studi: sono alla base del mio approccio alla vita. Sono un grande fagocitatore di letteratura e di saggistica, soprattutto. M’incuriosisce vedere come il mio punto di vista sul mondo incontra quello degli altri. Nel periodo in cui mi stavo affacciando alla fotografia, è anche mancato mio padre e mi sono buttato nel lavoro. È stato un modo di sopravvivere alla solitudine. Lanciarsi nel lavoro è stato un modo di sopperire alla mancanza di una vera e propria famiglia. Negli anni, poi, ho tentato di smantellare questo sistema basato sul riempirsi di cose da fare.

Questa idea di famiglia allargata, è una costante: nei tuoi gruppi di lavoro s’intravede questa capacità di mettersi in rete e di fare comunità.
È vero: anche quando Ramak ha lasciato Milano, e mi ha passato il testimone, nella redazione di Domus, Marco Ferrari di studio Folder e Joseph Grima sono stati una famiglia. Il mio processo creativo passa molto attraverso gli altri. Posso essere timido e insicuro, ma credo che una mia qualità sia quella di riuscire a tirar fuori il meglio dagli altri con domande e atteggiamenti. DSL è uno studio orizzontale dove pratichiamo in modo collaborativo il nostro lavoro, una macchina rodatissima che può prendere progetti giganteschi. Siamo in grado di gestire lavori ‘impossibili’ per tempistiche e quantità di lavoro grazie alla cooperazione tra sette professionisti, che remano tutti nella stessa direzione. Così facendo riusciamo a fare molta ricerca sui singoli progetti, elevando la qualità di ciò che facciamo. Lo scambio di opinioni interne permette sempre di porsi le domande necessarie per produrre lavori di qualità. C’è un grosso grado di intuito, da un lato, ma anche un grosso grado di progettazione condivisa partecipata.

© Delfino Sisto Legnani

Hai toccato un punto importante, descrivendo il processo che si ritrova nel tuo essere fotografo, editore, gallerista, designer. L’essere architetti credi che sia la cifra della tua attitudine del progetto?
Le esperienze in università, poi in studio di architettura, poi in redazione a Domus hanno formato con un grade rispetto delle tempistiche delle consegne e delle necessità del cliente. Il mio processo parte da una grande curiosità, che comincia con la sintesi, passa attraverso il rigore e arriva alla fine alla funzionalità. Il mio approccio è sintetico: è un tentativo di astrarre nella complessità del reale per arrivare a produrre immagini articolate nella lettura del mio punto di vista. Questo si ritrova nella condivisione progettuale con i miei soci di NM3, dove appunto emerge grande rigore e un modo di lavorare ancora più radicale. La sintesi si manifesta in mobili molto lineari e semplici.

© Delfino Sisto Legnani