Maestro del design contemporaneo, Piero Lissoni ha scritto negli ultimi 30 anni la storia del design contemporaneo. Con grazia, delicatezza, equilibrio, proprio come il tratto che muove il suo stile. La sua carriera in queste tre decadi si è ampliata, evoluta e arricchita, spaziando concettualmente dal prodotto al progetto, dalla direzione artistica all’exhibition design, e geograficamente da Milano a New York, dove risiedono i suoi studi, ma in tutto il mondo dove trovano concretizzazione le sue opere architettoniche. Difficile condensare questo immenso patrimonio in un solo racconto. Così l’architetto sceglie un aspetto preciso per descrivere l’evoluzione della sua carriera, un segmento della sua produzione attraverso il quale parlare si sé e della propria progettualità.

“Quello che sono diventato. Sul libro, sulle librerie” è il volume appena pubblicato per le edizioni Henry Beyle, 88 pagine e sei disegni applicati a mano in cui l’architetto si racconta tramite il suo rapporto con i libri e le librerie che ha progettato. Tantissime.

Lissoni nella prima parte del libro ripercorre la sua infanzia attraverso le diverse letture e le librerie “occasionali”, come le librerie nella casa dei nonni e a casa dei genitori, considerate “Wunderkammer di animali e di giochi dove i libri si contaminano con altre presenze”, luoghi di riposo per i vari Topolino e fumetti che, più avanti nel tempo, coabiteranno con altro, con i libri; luoghi dove “i libri si parcheggiano, si fermano, riposano… Somigliano a un albergo, a un’antica stazione di posta”.

La seconda parte rievoca invece la nascita di alcune delle librerie da lui progettate – supporti fisici per i libri –, il suo approccio al disegno industriale, dove continua a prevalere la geometria del lettore e la sua passione per i libri, e la sua relazione con i committenti.


Prendono vita micro architetture domestiche che dialogano con lo spazio, con il fruitore e i contenuti che devono custodire: il sistema Antibes per Boffi, flessibile e componibile; Boutique Mast di Porro, leggera e grafica, Quantum di Glas Italia, una composizione in cristallo, Colonnata di Salvatori, elegante nei suoi inserti in marmo.

Queste sono le destinazioni di quei supporti cartacei tanto amati dall’architetto, che come la sua professione, sono in costante divenire: “I libri sono per me delle entità che viaggiano. Se penso ai libri dei miei nonni, di mio padre, di mia madre, dei miei fratelli, ai libri che ho comprato nel tempo, penso a degli elementi nomadi, che sono certo in futuro ricominceranno un altro viaggio, finiranno in altri luoghi, avranno una nuova vita. Di volta in volta in una casa possono trovare riposo, o piuttosto un punto in cui fermarsi, ma non è necessario o non è detto che staranno lì per sempre”.