Six Senses Hotel by AW2, design by Reda Amalou and Stéphanie Ledoux
Six Senses Hotel by AW2, design by Reda Amalou and Stéphanie Ledoux
DATA SHEET

Client: CM Resort (Project owner), 1875 Finance (Client representative), IRBIS Consulting (Project owner assistant), EDIFEA (Design & Build)
Hotel operator: Six Senses Hotel Resorts Spas
Architecture: AW2 architecture & interiors, JP Emery Architectes
Interior design: AW2 architecture & interiors
Landscape design: Denogent
Furniture design: on design by AW2 & Reda Amalou Design
Outdoor furniture: Talenti
Decorative lamps: Maison Gau / design AW2
Rugs: Toulemonde Bochart / design Reda Amalou Design, Stepevi / design AW2
Curtains: Lenglart
Cladding: Ceramiche Keope
Decorative plaster: Ateliers Gohard
Wood design & Manufacturing: Arca Ebénisterie
Lighting: Cooks&Ass
Kitchen consultant: Conception Cuisine
Spa consultant: LeaderSpa Pro
Photo credits: Mikael Bénard for AW2 architecture, Six Senses Hotels Resorts Spas

Ridurre il numero di camere a favore degli spazi comuni, enfatizzare il panorama e soprattutto connettere gli interni con la natura, creando un dialogo in/out che insegue nei dettagli la poesia dei boschi e delle montagne. È con questo spirito che Reda Amalou e Stéphanie Ledoux, dello studio parigino AW2, hanno ripensato questo hotel a Crans-Montana (progettato da JP Emery) per sposarlo alla filosofia, luxury ed esperienziale, del brand Six Senses.

“Dovendo modificare l’esistente, in una prima fase il lavoro si è svolto a quattro mani. La scelta degli arredi – quasi interamente sartoriali – invece è totalmente nostra, ed è ispirata all’ambiente alpino circostante”, precisano da AW2. Esternamente il nuovo concept vede una separazione estetica netta fra il monolitico piedistallo in pietra e i due volumi superiori degli chalet in legno scuro, dove sono alloggiate la maggior parte delle 79 camere e suite.

Vista la posizione particolare, direttamente sulle piste da sci, l’unico ingresso possibile era sotterraneo, attraverso un tunnel in pietra e legno che emula un percorso iniziatico, dal cuore della montagna verso la vetta (l’ambiente della reception), arredata con divani e poltrone Togo dall’estetica anni Settanta.

Da questo salotto di decantazione si passa ai ristoranti e al lounge affacciato sulle piste, dove i materiali caldi e le essenze naturali infondono uno charme contemporaneo che enfatizza un concetto presente fin dalle prime fasi del progetto: il passaggio dal freddo al caldo, dalla neve agli spazi comuni dove bastano pochi minuti per sentirsi a casa. 

Lo stesso mood è presente nelle suite, fra grandi terrazze affacciate sulle montagne, pareti intonacate color pietra e assi grezze di legno a separare la camera dal bagno con la vasca freestanding. “Abbiamo inseguito una narrazione chiara, limitando il più possibile la gamma dei materiali e giocando con l’idea di “destinazione nella destinazione”: ogni spazio ha una sua identità, ma è strettamente connesso a tutti gli altri”, continuano i progettisti.

Negli arredi dominano il bronzo antico spazzolato, i pellami naturali, i tessuti in lana. E nella Spa di 2000 metri quadrati, con le cabine per i trattamenti organizzate attorno a un giardino alpino creato ex novo, la piscina coperta è concepita come una grotta futurista, dove 15.000 lamelle in legno appese sul soffitto riflettono la luce esterna attraverso un cortile di betulle.

Tutto nel rispetto, sempre più imprescindibile, dell’ecosostenibilità, sociale e ambientale. Se l’interior dialoga con il contesto alpino, sostenendo maestranze e tradizioni locali, i materiali provengono da fonti con un basso impatto di carbonio e un effetto trascurabile sull’habitat.

La filosofia eco-green è parte integrante del nostro iter processuale”, concludono da AW2. Qui infatti il fabbisogno elettrico, prevalentemente a led, è soddisfatto dall’energia verde proveniente dalla rete svizzera, la maggior parte della quale è idroelettrica. E il riscaldamento è alimentato da pellet di legno recuperati che non inquinano. L’ambiente ringrazia.