Wadden Sea Centre, Ribe, Denmark
Wadden Sea Centre, Ribe, Denmark
DATA SHEET

Architect: Dorte Mandrup A/S
Landscape: Marianne Levinsen Landskab
Engineer: Steensen & Varming and Anders Christensen
Exhibition design: JAC Studios + Jason Bruges & No Parking
Lighting Design: Fortheloveoflight
Photo: Adam Mørk

Il Wadden Sea Centre, progettato dallo studio Dorte Mandrup, è un tutt’uno con il territorio in cui sorge. E non solo per la sua peculiare struttura architettonica, così slanciata verso l’orizzonte, che lo pone in continuità perfetta con la natura circostante e con le impetuose forze atmosferiche che sembrano dargli forma. Ma anche, e soprattutto, per i materiali che ne sono alla base e che mettono in relazione diretta questo centro culturale con le tecniche costruttive locali e le materie prime autoctone.

Il Wadden Sea Centre sorge presso Ribe, città più antica della Danimarca, sulla costa di Vester Vedsted che affaccia sul Mare di Wadden: un piano mesolitorale che, lungo la Germania, si estende fino ai Paesi Bassi, caratterizzato da chilometri di bassifondi fangosi, ma al contempo da un paesaggio dinamico e un habitat miscellaneo modellato dal vento e dalle maree. Una rarità geologica ed ecologica che lo hanno reso Patrimonio dell’UNESCO dal 2009. In questo dipinto dai toni giallo-marroni, si staglia il Wadden Sea Centre che, in una sinergia perfetta fra natura, arte e architettura, valorizza tale biodiversità e contribuisce allo sviluppo sostenibile di quest’area rurale.

Dorte Mandrup – studio con sede a Copenhagen che ha fatto della pratica di lavorare con “luoghi insostituibili” la propria cifra distintiva – ha riprogettato il Centro trasformando e ampliando la struttura esistente, integrandola al panorama definito da infinite linee orizzontali, fattorie isolate e dall’implacabile vento occidentale. Questi fattori hanno contribuito a ridisegnare l’architettura, che per forma e materiali evoca le abitazioni tradizionali di quest’area, creando un legame fra vecchio e nuovo.

Le canne raccolte localmente e lavorate in lunghi tagli orizzontali (con un uso e una tecnica che ci riportano direttamente all’epoca vichinga) sono state applicate a copertura del tetto. Per il rivestimento delle pareti è stato utilizzato il legno di robinia, resistente e coltivato in modo sostenibile; con il tempo, poi, diventa grigio, amalgamando ancora di più l’edificio con le tonalità del paesaggio.

La tattilità e la materialità ben percepibili all’esterno, sono state deliberatamente ribaltate in una scenografia pura, quasi astratta all’interno, per lasciare spazio alla narrazione principale: l’esposizione didattica dedicata alle centinaia di migliaia di uccelli migratori che ogni anno costellano il Mare di Wadden e i suoi litorali. Il contatto con l’orizzonte è mantenuto costante dalle grandi vetrate (amplificate rispetto alla costruzione originaria) generando un’esperienza ininterrotta nella natura.