Hotel St Vincent, New Orleans
Hotel St Vincent, New Orleans
DATA SHEET

Owners: Liz Lambert, Larry McGuire & Tom Moorman of MML Hospitality and Real Estate
Developers: Zach Kupperman, Christian Strobel & Jayson Seidman
Main Contractor: Palmisano
Hotel operator: McGuire Moorman Lambert Hospitality (MML Hospitality)
Interior design: Lambert McGuire Design (LMD)
Furnishings and lightings: vintage, sourced and custom
Bathrooms: D.S. & Durga, Waterworks
Wallpaper: Voutsa
Photo credits: Douglas Friedman, Matt Harrington

L’Hotel Saint Vincent è il primo progetto di MML Hospitality, la società costituita dai veterani del settore Larry McGuire, Tom Moorman e Liz Lambert. Dentro l’iconica struttura in mattoni rossi, fatta costruire originariamente nel 1861 dalla filantropa irlandese Margaret Haughery per ospitare il Saint Vincent’s Infant Asylum, una disinvolta sovrapposizione di epoche e un gioioso mash up di fascinazioni lascia intendere che, oltre al riposo, tutto può accadere.

Il progetto di LMD, Lambert McGuire Design, consacra infatti una nuova eleganza fatta di opulenza moderna e fantasia vintage che seduce per l’insolito matrimonio tra stili di periodi diversi, campiture cromatiche e sfondi quasi psichedelici, lampadari di Murano e scritte al neon.

Gli architetti si sono accostati all’edificio con uno “spirito di restauro”, trovandolo nelle sue parti strutturali piuttosto intatto. La vecchia costruzione – rimasta in uso come orfanotrofio infantile fino all’inizio del XX secolo, e poi come casa d’accoglienza per le ragazze madri negli anni ’90 – se da una parte ha mantenuto parte di quell’atmosfera istituzionale, oggi sfoggia 75 camere di nuova concezione e lussureggianti spazi pubblici, tra cui un cortile interno con piscina fiancheggiata da piante tropicali e fontane, verande esterne con soffitti dipinti azzurro cielo, bar esclusivi e ristoranti.

Come il San Lorenzo, che omaggia l’Italia con un menu costiero influenzato dai piatti regionali di New Orleans, o il bar The Chapel Club. Entrambi depositari e rappresentativi di un paradigma iperestetico percepibile in ogni dettaglio: dai moderni lampadari e dalle colonne con lavorazione a punta di diamante nel primo all’atmosfera sibaritica del secondo, che vibra nella palette intensa delle pareti, nei velluti accesi, nei marmi monocromi e nell’esuberante collezione di dipinti di nudi disposti ovunque, e diventa quasi licenziosa con il filtro aranciato dei suoi oggetti illuminanti.

Al contrario, il Paradise Lounge accoglie imbevuto di luce naturale grazie alle sue finestre alte, e illumina le strelizie esotiche che sbocciano ad arte sulle pareti insieme alle palme, i divanetti in velluto color smeraldo e le piastrelle a mosaico del pavimento.

Ognuna delle 75 camere del Saint Vincent è unica nella sua disposizione: dalle suite ad angolo Mary con vista sulla statua della Vergine Maria in una grotta, alle classiche Courtyard Kings a bordo piscina, fino agli intimi Sister Studios al quarto piano. Gli ambienti privati si differenziano altresì per stili e accostamenti cromatici sempre diversi, ravvivati da lussuosi tessuti e tendaggi, arredi e complementi che spaziano dal design italiano del Novecento all’Art Déco.

Nei bagni, le vasche classiche sono esaltate da sfondi quasi psichedelici, con piastrelle rosse e rosa, e carta da parati marmorizzata firmata da Voutsa che cita le tradizionali rilegature fiorentine ritrovate tra i libri di Margaret Haughery.