Giorgetti, nel segno della continuità

Quali sono i punti di contatto rispetto al passato? E quali invece i prossimi passi per il futuro?

Fausto Citterio: In primis, Roberta rappresenta la continuità tra la famiglia Giorgetti e i nuovi azionisti. Continuità che il fondo ha conservato anche nella struttura dell’azienda: è stato nominato Giovanni del Vecchio quale Amministratore Delegato, e un nuovo direttore commerciale, ma per il resto non è cambiato nulla. Il fondo vuole dar seguito a quelle che sono state le strategie dell’azienda degli ultimi 118 anni, con una prospettiva a medio lungo-termine per far crescere attorno al brand Giorgetti una serie di iniziative tali da sviluppare l’offerta. L’obiettivo è ampliare la gamma di proposte per affrontare i nuovi mercati. Il primo passo è stata la creazione, ancora in fase embrionale, della Divisione Contract, seguita da un’importante novità presentata al Salone, e i prossimi saranno in divenire.

Potete svelarci questa seconda novità?

Roberta Giorgetti: Presentiamo, per la prima volta nella storia del brand, una cucina. È un progetto nuovo, totalmente differente, che combina numerosi ed esclusivi materiali, tra cui noce canaletto, che è il legno prevalente delle nostre collezioni, e marmo; la cucina è impreziosita da un’anta-scultura in legno con un particolare disegno piramidale a base triangolare, realizzata grazie al sapere manifatturiero di Giorgetti, da un’idea del maestro Luciano Molinari. Il risultato è un prodotto di altissimo livello, in grado di unire tradizione e tecnologia.

È una conseguenza naturale dello sviluppo della Divisione Contract?

Fausto Citterio: La scelta di realizzare una cucina è la prima novità portata dal dott. del Vecchio. L’idea è infatti qualla di crare ambienti sempre più completi. Tanto che, sempre in occasione del Salone, presentiamo una rivisitazione del sistema Oli, originariamente disegnato nel ’97 dall’architetto Chi Wing Lo.  Oggi proponiamo un totale restyling di questo sistema modulare con nuove tinte, nuovi materiali, nuova tecnologia, nuovi concetti.

Ad oggi, di quali progetti vi siete occupati?

Fausto Citterio: Siamo maggiormente impegnati nel contract residenziale, attraverso il posizionamento prodotti, oltre a uffici ministeriali, ville, ambasciate, tra cui la più importante realizzata è certamente l’ambasciata dell’Arabia Saudita a Il Cairo. Il progetto più significativo degli ultimi anni è però il Palazzo Governativo di Erdoğan in Turchia, realizzato nel luglio 2014: un intervento che ha riguardato prevalentemente la parte di uffici e sale conferenze. È stata tale la riservatezza del progetto che abbiamo potuto vedere le immagini della realizzazione solo in televisione, quando hanno ripreso Papa Francesco, durante il suo viaggio in Turchia, mentre sedeva sulle nostre poltrone.
Roberta Giorgetti: Ci impegnamo molto nella formazione e nella promozione del marchio presso gli studi di architettura, che rappresentano ormai il canale privilegiato per il settore della progettazione. Fortunatamente anche i nostri rivenditori all’estero sono su questa lunghezza d’onda, soprattutto i nostri partner più strutturati.

State ampliando la rete distributiva?

Fausto Citterio: L’obiettivo attuale è proprio sviluppare ancor più la rete retail, facendo un selezione accurata e incrementandola con scelte ponderate. Siamo però presenti a livello worldwide. Abbiamo aperto poche settimane fa un monomarca a Chelsea Harbour a Londra, dove già siamo presenti presso Harrods e a Mayfair; e abbiamo da poco inaugurato anche uno spazio in Iran. Una novità assoluta è l’apertura di un secondo monobrand a Milano, in via Durini 5, in occasione della Milano Design Week.
Roberta Giorgetti: Recente è anche l’apertura di Ho Chi Min, a seguito della partecipazione in loco alla realizzazione dell’hotel The Reverie Saigon, dove abbiamo arredato 36 suite. In cina l’ultima apertura è a Pechino, a ottobre. Qui si parla sempre di spazi a doppio zero, 600/800mq, pertanto è importante essere selettivi con la scelta del rivenditore. Ma una volta trovato il partner giusto, lo si fidelizzata per anni. 

Siete presenti a 360° nel mondo, ma quali sono i mercati per voi primari? 

Fausto Citterio: Il primo mercato è la Cina; altrettanto importanti sono anche Russia, Paesi Arabi, i Paesi del Far East, l’area del Baltico, che sta crescendo, e gli Stati Uniti. L’Italia pesa invece il 15% sul fatturato.
Roberta Giorgetti: Mio nonno ha iniziato a esportare negli Stati Uniti negli anni ‘40, solamente i fusti, perché ai tempi in America c’era la tendenza di utlimare il prodotto in loco con l’interior designer. Poi ci siamo posizionati sempre più in questo mercato: non abbiamo un monomarca, ma uno shop in shop a New York presso DDC, con uno spazio di 300mq sulla Madison Avenue.

In questo ampliamento strategico, ci sono cambiamenti anche in termini di prodotti e stile?

Roberta Giorgetti: Prosegue la cifra caratterizzante di Giorgetti: legno e pietra come vuole il nostro stile che rimane inalterato. Collaboriamo con un nuovo designer, Alessio De Francesco, un giovane architetto di Chieti che ha ben colto il nostro mood. Ma quest’anno, oltre alla cucina, presentiamo anche un accenno di outdoor che andremo a sviluppare prossimamente, e una collezione di oggettistica, comprendente vasi, tappeti e lampade.