QMM cultural center, Mérida, Mexico
DATA SHEET

Client/Owner: Quinta Montes Molina property
Architectural design: MATERIA – Architect Gustavo Carmona
Lighting Design: Luca Salas
Landscaping: Gustavo Carmona + Molino Lab + Jarde
Contractor: Opresa
Photo Credits: Jaime Navarro

Edificata nel 1906, la villa Quinta Montes Molina si è da subito distinta come icona architettonica ed emblema del Paseo de Montejo, a Mérida, capitale dello stato messicano dello Yucatán. Dal 2000 il palazzo storico ha iniziato a ospitare nei suoi giardini incontri sociali e culturali e successivamente, nel 2006, ha destinato le sale a un vero e proprio museo, con un’esposizione di mobili originali, opere d’arte e vari manufatti.

L’intervento dello studio di architettura messicano Materia, cominciato nel 2015, ha previsto la costruzione di un elegante padiglione con una pianta a C che disegna una corte centrale e rappresenta al contempo la prosecuzione della villa storica verso il parco. La nuova architettura accoglie una galleria d’arte, un ristorante, una libreria, spazi per laboratori, uffici, spazi per la cucina e un cinema d’arte. Sul tetto si trova anche una terrazza esterna.

Il progetto del Centro Culturale ha richiesto 6 anni di pianificazione, modellazione aziendale, finanza, progettazione e costruzione, prevedendo anche una serie di sopralluoghi a musei negli Stati Uniti simili per ambiti programmatici che hanno portato a un ragionamento compositivo e funzionale analogo e a una comprensione più profonda degli spazi indirizzati all’uso collettivo e rivolti alla vita sociale delle persone, adiacenti e subordinati ad architetture storiche.

Il progetto si colloca dietro una linea di alberi secolari esistenti, sostenendo l’obiettivo di non essere un oggetto, ma piuttosto una serie di spazi intrecciati da portali e soglie, la cui qualità spaziale svolge una funzione chiave dal punto di vista della connessione tra le parti. Le colonne e i portici incorniciano le viste dei giardini, del padiglione e della casa, creando un cortile centrale che avvolge uno spazio pubblico. Lo studio messicano ha favorito elementi prefabbricati in cemento bianco per le colonne, in combinazione con la pietra originaria della zona: soluzione che rispetta i colori chiari della villa e del contesto urbano di Mérida, dove domina il bianco.

 Il carattere leggero ed etereo del padiglione è solo apparente: tutti gli elementi sono ancorati a regola d’arte, mentre una seconda griglia in metallo sopra il tetto del colonnato fa da guida e appoggio alla copertura mobile, ottimizzando la stabilità strutturale. La galleria d’arte funge da spazio di transizione tra i giardini e la piazza del centro culturale. Scolpire questo spazio nel terreno ha contribuito a preservare l’identità dei giardini e lo spazio aperto intorno alla casa e al padiglione, fornendo anche un modo passivo per gestire la luce naturale e il raffreddamento interno.

Il design degli interni prende spunto dai pieni e dai vuoti che scandiscono il ritmo architettonico, mentre il linguaggio materico bilancia la presenza del cemento con quella del legno che diventa intradosso ornamentale articolando cornici che contengono l’illuminazione artificiale, abbracciando gli spazi del ristorante e trasformandosi in librerie a incasso e in nicchie espositive per una sala lettura e una sala caffè. La lavorazione è una reinterpretazione dei dettagli e delle intenzioni neoclassiche che si trovano negli interni e negli oggetti della casa. Nel bar centrale i materiali apportano un accento di colore espresso nelle piastrelle del pavimento e nei rivestimenti in legno.