Santini, Bergamo
DATA SHEET

Owner: Santini Spa
Main Contractor: INTESA COSTRUZIONI 
Architecture: Marco Acerbis Architetto, Giuseppe Gambirasio
Interior and lighting design: Marco Acerbis Architetto
Furnishings: TALENTI, DESALTO, LA PALMA, EFFEARREDI 
Lighting: IGUZZINI illuminazione, PLATEK
Bathrooms: CRISTINA RUBINETTERIE, IDEAL STANDARD
Floors: MARAZZI, RADICI PIETRO INDUSTRIES & BRANDS
Windows, Walls: TECNOMONT SERVICE 
Doors, Handles: TECNOMONT SERVICE, GAROFOLI, NINZ, COLOMBO DESIGN
Acoustic panels: CELENIT 
Elevator: SCHINDLER 
Photo credits: Marco Introini

Il ciclismo è velocità e resistenza, ma anche energia e capacità di adattarsi alle situazioni. Tutti elementi che accomunano Santini, brand di abbigliamento tecnico per corridori, e il complesso scelto come nuova sede produttiva, operativa e strategica. La seconda generazione Santini si insedia in una zona a sviluppo industriale urbano molto vicina al centro di Bergamo, trovando una connessione anche tra la propria storia familiare e la memoria culturale di un’opera di grande valore aggiunto che porta la firma dell’architetto Giuseppe Gambirasio

Un salto di circa 60 anni vede ridare nuova vita all’intera area – con una porzione verde molto estesa – e alla palazzina uffici in cemento armato di Gambirasio, attraverso l’intervento architettonico e di restauro di Marco Acerbis. Una serie di demolizioni e ampliamenti volumetrici eseguiti nel rispetto delle preesistenze consentono di esprimere al meglio i valori aziendali di forza e dinamismo. Si fanno largo due nuovi spazi. Quello di rappresentanza, Santini è tra le altre cose sponsor Maglia Gialla del Tour de France, e la showroom che, aperta al pubblico all’interno dell’edificio uffici, permette a tutti una visuale sugli ambienti aziendali anche se separati dall’atrio principale con una vetrata. 

L’opera di pulizia attuata da Acerbis mette volutamente in risalto la struttura in cemento armato con sagoma variabile di travi e pilastri, che ricorda il disegno sagomato dei telai in carbonio delle bici moderne, ed evoca la potenza muscolare del ciclista. L’opera di pulizia attuata da Acerbis mette volutamente in risalto la struttura in cemento armato con sagoma variabile di travi e pilastri, che ricorda il disegno sagomato dei telai in carbonio delle bici moderne, ed evoca la potenza muscolare del ciclista.

Come le due rampe elicoidali delle scale sempre in cemento armato, capolavoro degli anni ’60 che fa pensare a una bici su un tornante, rese leggermente più ampie e avvolgenti verso la base. Riprogettate nei parapetti – con la ripetizione di un elemento a ‘L’ in metallo curvato scandito da una fessura che lascia passare la luce – le scale sembrano ora dare corpo alla scia del vento. La luce è un ulteriore elemento fondante del progetto di Acerbis. La vetrata centrale sopra il vano delle due scale è stata demolita e ricostruita in chiave contemporanea per poter godere della luce naturale e vivere il costante mutare della luce solare, così amata dagli sportivi che desiderano vivere all’aria aperta. Mentre dal punto di vista illuminotecnico, sono state studiate soluzioni di diffusione particolari.

 

Come quella per il tamburo sopra l’atrio, ripensato in modo che la luce indiretta ricada sugli spazi sottostanti con la stessa dolcezza e morbidezza di quella naturale. Non mancano i luoghi di aggregazione: il ristorante, il bar, gli stessi uffici disposti in open plan e separati tra loro da quinte/doghe sagomate e progettate su misura. E la reception al piano terra, dove gli addetti ai lavori possono incontrarsi prima di entrare nella showroom con le collezioni dell’anno successivo o salire al piano degli uffici.