Due tavolozze verticali di (144) colori che avrebbero reso felice Caran d’Ache e due touch screen orizzontali per iniziare subito a comporre la propria soluzione: questo è il biglietto da visita di Inda per accogliere i clienti nello spazio milanese riprogettato dallo Studio Marco Piva (un conclamato “figlio del colore”), uno spazio di ben 380 mq su due livelli che – prima ancora di suggerire set e ambienti – invita alla composizione di forme e colori.
Un layout che fa l’occhiolino anche (se non soprattutto) al mondo della progettazione, la potenzialità nelle composizioni è percepibile subito, la capacità del team Inda di essere guida concreta nel percorso di conoscenza e selezione è elemento centrale per rendere efficiente uno spazio discontinuo che necessita di una narrazione completa ma al tempo stesso agile.
Gli 8 allestimenti (2 XL e 6 medi) scelti come summa dell’Inda-pensiero vengono esaltati dalle soluzioni spaziali e di illuminotecnica scelte da Marco Piva, le scelte cromatiche scorrono senza elementi di rottura, ma sono le pareti e gli specchi ad accelerare il percorso verso il gradimento.
Le pareti non prevedono ceramiche, ma wallpaper: insieme al partner Instabilelab sono stati scelti soggetti sia dall’alto impatto decorativo sia pattern con carattere ma più morbidi. I wallpaper di Instabilelab sono realizzati in fibra di vetro e la certificata resina per l’installazione è anti-batterica e fornisce una sicurezza assoluta in un ambiente – il bagno, ma vale anche per l’outdoor – dove regna l’umidità.
Un’attenzione particolare Inda l’ha dedicata (e la dedicherà…novità e sorprese sono state annunciate, ma non svelate) agli specchi, inseriti nel portfolio di Inda lo scorso anno e che hanno riscosso subito un significativo successo.
Il percorso di Inda parla di dinamicità e curiosità nell’esplorare nuovi territori, una strada che porta l’arredo bagno dalla dimensione del complemento al protagonismo dell’elemento.
Photo © Andrea Martiradonna