Carlo Masseroli
Carlo Masseroli

Nhood. Un nome emblematico, che rappresenta la contrazione della parola “Neighbourhood”, il “buon vicino”, e non solo per la vocazione alla consulenza che la società ha nel proprio DNA, ma anche per l’ideale di comunità, di impatto positivo, di inclusività che accompagna ogni suo progetto, volto a creare le smart cities di domani sul modello della “città dei 15 minuti”. Nhood è una società internazionale di servizi e soluzioni immobiliari, specializzata nel commercial real estate e nella rigenerazione urbana, nata nel 2021 e parte di un gruppo internazionale. Supportando la creazione, attivazione e trasformazione di ogni tipo di asset class, promuove una nuova visione urbana applicata a tutti i comparti dell’immobiliare – dal retail al living, dagli uffici alla logistica, fino al mixed-use – facendo leva anche sul partenariato pubblico-privato. Una strategia vincente che in Italia è ben rappresentata dai progetti di Piazzale Loreto, Merlata Bloom, Dropcity e Cadorna a Milano. Ne abbiamo parlato con Carlo Masseroli, Direttore Strategia e Sviluppo di Nhood Italy.

Merlata Bloom, Milan

Attiva in 11 paesi nel mondo, un fatturato di oltre 14 miliardi di euro, e oltre 800 asset gestiti. Come si posiziona Nhood in Italia?
La divisione italiana di Nhood gestisce 37 asset commerciali, con un patrimonio immobiliare del valore complessivo di 2 miliardi di euro, ed è pioniera per l’approccio alla promozione e lo sviluppo di diversi progetti di rigenerazione urbana. Ne cito subito tre: la trasformazione di Piazzale Loreto, che ha vinto il bando C40 Reinventing Cities, uno dei progetti più iconici dei C40 a livello mondiale; la proposta di partenariato pubblico-privato per la copertura dei binari della Stazione di Cadorna a Milano; e poi “Dropcity”, un progetto di placemaking che riqualificherà i tunnel di via Sammartini, accanto alla Stazione Centrale, oggi abbandonati, per renderli vivi. Con esempi come questi, Nhood si posiziona in Italia come società che crea luoghi di vita per le persone mettendo a valore le capacità – economiche e di competenze – del privato a beneficio del pubblico.

Siete passati da proprietari di immobili retail a società di servizi real estate a 360 gradi, con un modello di business basato su “quattro pilastri”: potete parlarcene?
L’esperienza pluridecennale che abbiamo maturato nella gestione dei centri commerciali ci ha portato a una naturale evoluzione verso l’animazione e gestione degli spazi, non solo retail ma sempre più mixed-use, anche per conto terzi. Questo, applicato alle trasformazioni urbane, ha generato un naturale indirizzamento verso nuove asset class e nuovi approcci al core business. In tutti i casi, però, collaboriamo sinergicamente con le pubbliche amministrazioni per generare valore pubblico, con l’ambizione di contribuire al modello della “città a 15 minuti”, una città sostenibile a misura d’uomo dove tutti i servizi sono accessibili in un quarto d’ora. Per farlo in modo concreto partiamo sempre da un’attività strutturata di ascolto delle community in cui operiamo in modo ESG-compliant. Lo facciamo sulla base di quattro pilastri: innovazione immobiliare, prossimità, cultura e intrattenimento, commercio e servizi. Servizi che oggi siamo in grado di erogare con una piattaforma completa di soluzioni – che vanno dal Property Management al Leasing Management, l’eProcurement fino all’Asset Management, per citarne alcuni – e lungo tutta la catena del valore del mercato immobiliare, fornendo un’offerta ancora più completa ai proprietari di asset commerciali esistenti.

Merlata Bloom, Milan

La sostenibilità resta un fattore chiave della vostra visione, corretto?
La sostenibilità ambientale, sociale ed economica sono fattori imprescindibili per noi, sia come sviluppatori immobiliari, sia come asset manager dei centri commerciali nel nostro portafoglio. Per questo motivo, collaboriamo con partner e clienti che condividono la nostra stessa volontà di realizzare luoghi di vita sostenibili per le generazioni di domani, secondo modelli di business, di consumo e stili di vita responsabili e consapevoli. In un settore come quello in cui operiamo, risparmio, riuso e riciclo sono i tre pilastri alla base della nostra strategia, come dimostrano le certificazioni Breeam in Use ottenute dai nostri asset nel 2022 e altre in corso di certificazione quest’anno. Più in generale, ci impegniamo ogni giorno perché le nostre competenze e best practice offrano le migliori soluzioni per generare luoghi funzionali, sicuri, attrattivi, sani, a beneficio delle community in cui operiamo e di chi, come noi, investe negli asset immobiliari, con un’attenzione particolare agli aspetti ambientali e sociali. Anche quando instauriamo collaborazioni con le pubbliche amministrazioni o con altri privati, lo facciamo orientati all’attivazione di spazi come catalizzatori di socialità e benessere. Per noi fare “Placemaking” significa creare, trasformare e animare i luoghi secondo un approccio condiviso alla progettazione che coinvolge attori pubblici e comunità locali per rispondere alle nuove sfide e necessità del territorio, e lo dimostrano due progetti molto diversi tra di loro, ma che ci rappresentano bene: il nuovissimo lifestyle center Merlata Bloom Milano e il progetto di rigenerazione di piazzale Loreto.

Merlata Bloom, Milan

Il progetto di Piazzale Loreto a Milano risulta emblematico da questo punto vista, un modello virtuoso sul tema della “città dei 15 minuti”: come questo si concretizza e con quali vantaggi, economici e sociali?
LOC – Loreto Open Community è il progetto con cui, come capo-cordata, abbiamo vinto uno dei bandi internazionali del C40, quello applicato alla città di Milano. Il progetto si fonda su una collaborazione virtuosa a tre fra amministrazione pubblica, operatori privati e la città stessa, per realizzare una piazza iconica per Milano, più smart e orientata ai nuovi modelli urbani del futuro. La nostra proposta di trasformazione di Piazzale Loreto risponde a 10 sfide di sostenibilità che ambiscono a migliorare la qualità dello spazio pubblico – oggi un non-luogo, uno snodo di traffico congestionato dal traffico e inospitale – restituendo alla città e ai suoi visitatori una nuova piazza percorribile. La nuova Piazza Loreto sarà un’agorà pubblica che rappresenterà un nuovo punto di partenza dal centro e verso l’esterno di Milano: un’icona della Milano smart del futuro di taratura internazionale in cui i cittadini potranno vivere lo spazio, sostare e usufruire di nuovi servizi e funzioni in un luogo nevralgico all’interno dell’infrastruttura urbana. Lo facciamo partendo da un investimento complessivo stimato di circa 80 milioni di euro.

Piazzale Loreto, Milan

Piazzale Loreto, Milan, redevelopment project. Winner of C40 international competition

La nuova piazza sarà connessa al quartiere milanese di NoLo per garantire continuità all’asse corso Buenos Aires/viale Monza/viale Padova, e si inserisce nel tessuto urbano generando un impatto positivo sul territorio calcolato attraverso l’indicatore dello SROI (Social Return On Investments) che è risultato pari a 4 rispetto all’investimento (per 1 euro investito 4 euro di impatto sul territorio). È la prima volta che accade che una piazza pubblica esistente venga riqualificata da un operatore privato. La grande portata innovatrice e la stessa sperimentazione di un progetto come questo constano nel generare qualità attraverso i servizi contenuti nella piazza, perché tutte le identità oggi presenti trovino una loro unione. Per farlo, non abbiamo aspettato la conclusione del progetto, che ha una traiettoria verso il 2026, ma abbiamo voluto coinvolgere da subito residenti e associazioni in un percorso di condivisione delle informazioni e co-progettazione degli spazi attraverso l’apertura di un “hub”, LOC 2026, che anticipa il paradigma della futura nuova piazza Loreto e ne rappresenta il primo tassello concreto verso la sua realizzazione.

Piazzale Loreto, Milan, redevelopment project. Winner of C40 international competition

Qual è invece il potenziale di sviluppo e rigenerazione in Italia?
Milano è sicuramente una città molto interessante per la sperimentazione e l’innovazione del settore immobiliare, l’unica a livello italiano con un orizzonte europeo. Nel nostro Paese però ci sono anche altre realtà interessanti come Genova, Roma o Bologna in cui crediamo di poter dare il nostro contributo. Strumenti come il partenariato pubblico-privato, concorsi internazionali come i C40 e la partecipazione a gare pubbliche sono opportunità per noi sviluppatori privati di mettere le nostre competenze e le risorse – di know-how ed economiche – a servizio del pubblico.

Oggi questo è possibile poiché la relazione tra pubblico e privato ha finalmente superato quel gap di approccio che sino a una decina di anni fa sembrava impossibile colmare. Progetti come la vittoria del concorso internazionale C40 per Piazzale Loreto, la modalità di nuovo utilizzo dello strumento di partenariato pubblico-privato che abbiamo attuato su Cadorna, così come i bandi al di fuori di Milano a cui stiamo applicando con grande soddisfazione, ci dicono che siamo sulla strada giusta.

Dropcity, Center for Architecture and Design, Magazzini Raccordati, Milan

Milano resta motore trainante dello sviluppo real estate nazionale?
In epoca post-pandemica possiamo affermare che Milano ha dimostrato di essere resiliente più che mai: la città si proietta verso un futuro di notevole crescita del territorio metropolitano, che nei prossimi dieci anni trascinerà l’intero mercato immobiliare nazionale. Secondo quanto rilevato dal rapporto “Winning Mix – Il partenariato pubblico privato come risorsa per la rigenerazione urbana” che abbiamo presentato insieme a Scenari Immobiliari lo scorso aprile, Milano è infatti la prima metropoli italiana per sviluppo del territorio, con 23,5 milioni di metri quadrati di edificabilità potenziale al 2035 nella Città metropolitana e 5,1 milioni di metri quadrati in città e un impatto potenziale di valore aggiunto sul mercato rispettivamente di 50 miliardi e 19,5 miliardi di euro. Tuttavia siamo convinti che la trasformazione di una città così poliedrica richieda necessariamente il supporto dell’investitore privato, perseguendo assieme alle pubbliche amministrazioni obiettivi comuni.

Avete parlato di “winning mix” fra pubblico e privato come risorsa per la rigenerazione urbana: quali sono le opportunità che offre?
Il partenariato pubblico-privato rappresenta uno strumento fondamentale e strategico per la realizzazione di interventi di rigenerazione urbana di interesse pubblico e collettivo. Secondo quanto rilevato nel rapporto realizzato assieme a Scenari Immobiliari, che citavo prima, a Milano il partenariato pubblico-privato potrebbe contribuire a realizzare un incremento del valore aggiunto nel settore immobiliare di oltre il 15 per cento, mentre l’attivazione di tali processi nell’intera Città metropolitana di Milano potrebbe contribuire alla riqualificazione e rigenerazione di una superficie territoriale di circa 5,5 kmq. Questa forma di cooperazione, rispetto alla quale abbiamo fatto da apripista in Italia con il progetto di copertura dei binari della stazione di Milano Cadorna, di cui abbiamo presentato lo studio di fattibilità a fine 2022, costituisce una nuova frontiera nel rapporto tra il pubblico e il privato, volta a massimizzare l’interesse pubblico attraverso l’investimento di fondi privati. Ci auguriamo di poter contribuire ad accelerare e consolidare questa forma di cooperazione che rappresenta una grande opportunità per il nostro Paese.

Dropcity, Center for Architecture and Design, Magazzini Raccordati, Milan

Il progetto con Ferrovienord per Cadorna rientra in questa visione: in cosa consiste la proposta?
Lo scorso dicembre la società patrimoniale e finanziaria Ceetrus Italy, per la quale Nhood è gestore e sviluppatore, ha ricevuto da Ferrovienord la dichiarazione di fattibilità per una proposta di Partenariato Pubblico-Privato avente come oggetto la realizzazione e la gestione dell’infrastruttura di copertura dei binari della linea ferroviaria regionale, nell’area compresa tra la Stazione di Milano Cadorna fino al ponte di via Mario Pagano. La proposta presentata, che verrà esaminata dagli enti competenti nell’ambito dell’accordo di programma, prevede la realizzazione di una piattaforma della superficie complessiva di circa 60.000 mq a copertura del fascio dei binari, di cui 30.000 mq di nuovo parco urbano.

L’intervento attiverà nuove funzioni, per un totale ipotizzato di circa 60.000 mq tra residenziali, ricettive, servizi e piccolo commercio destinate agli abitanti del quartiere, ai cittadini e agli oltre 150 mila passeggeri che ogni giorno transitano per la Stazione, dando vita a un nuovo polo intermodale con la presenza della “Fabbrica dell’Ossigeno”, polo scientifico e divulgativo votato alla riduzione dell’impronta carbonica attraverso le più aggiornate tecnologie, in collaborazione con Politecnico di Milano. La proposta si inserisce nel progetto “Fili”, voluto da FNM S.p.A., una delle più importanti iniziative di rigenerazione urbana ed extraurbana in Europa”, per un valore complessivo dell’operazione di circa 800 milioni euro e un contributo pubblico richiesto di circa 180 milioni euro.

Dropcity, Center for Architecture and Design, Magazzini Raccordati, Milan

Anche il progetto di Dropcity si fonda su aspetti culturali e formativi: quanto avete investito su questo progetto e come si svilupperà?
Nhood ha deciso di impegnarsi nello sviluppo di Dropcity – Centro di Architettura e Design con un investimento complessivo di 16 milioni di euro perché definisce un modello urbano inedito in Europa: un luogo di aggregazione e di dibattito sull’architettura, il design e la città contemporanea che nascerà lungo via Sammartini a Milano, all’interno dei Magazzini Raccordati della Stazione Centrale. Dropcity, nato da un’idea dell’architetto Andrea Caputo, con oltre 10.000 metri quadrati suddivisi in 28 tunnel ospiterà atelier di produzione, laboratori di falegnameria, robotica e prototipia avanzata, un’area di metratura importante sarà dedicata alla ricerca, alla didattica e a spazi ufficio destinati ai professionisti del settore, oltre a una materioteca e una biblioteca civica a consultazione libera mirata a tematiche di architettura e di design e gallerie espositive che, grazie a un accordo con il Comune di Milano, saranno ad accesso libero per la città.

Photo © courtesy of Nhood, Delfino Sisto Legnani (Dropcity)