Serena Confalonieri: design intonato

Come in una sinfonia, per la designer brianzola il progetto è finito solo quando la sua frequenza vibra in tutte le sue parti. Un accordo dato dal colore e dalla grafica che tracciano il temperamento ‘sentimentale’ di tutte le sue creazioni

Il suo è uno stile grafico decisamente forte unito ad una componente emozionale. Forme, colori e trame audaci nascono dalla passione di Serena Confalonieri per l’architettura e dalla personale necessità di elevare gli oggetti oltre la pura funzionalità ed estetica creando un legame affettivo.

Quanto è importante per te il colore?
È la parte più sentimentale: al di là di forma e funzione, dà l’intonazione giusta al prodotto finito.

Senza Maschere by Campari Soda, Design Serena Confalonieri

Nelle lampade ‘Senza Maschere’ nate per Campari giochi anche con il lettering.
La lampada è ispirata alle geometrie di Sottsass e, nel lettering, ai disegni e alla poetica di Depero, il tutto riletto in una chiave personale e ironica: le lettere SODA e l’iconica bottiglia del brand creano un viso stilizzato, la cui testa è l’elemento luminoso.

Da cosa cominci quando crei?
A volte da un mood, altre volte da una tecnica specifica, altre ancora da una specifica ricerca o da un viaggio. Poi col tempo le informazioni si sedimentano ed iniziano ad unirsi in maniera naturale nella mia testa.

Quale fine vuoi ottenere?
Creare progetti con un’anima che porti le persone a sceglierli tra mille altri perché trasmettono loro dei sentimenti positivi.

Panoramica Collection by Lanificio Leo, Design Serena Confalonieri - Photo © Bla Bla Agency
Panoramica Collection by Lanificio Leo, Design Serena Confalonieri – Photo © Bla Bla Agency

Il tema ‘artigianale’ è un altro fattore che ti è caro.
Ho sempre guardato con interesse alle tecniche tradizionali, chiedendomi perché nessuno le utilizzasse per creare pezzi contemporanei. Quindi ho iniziato a farlo in prima persona, prima con delle autoproduzioni e poi collaborando con la Fondazione Cologni su progetti come Doppia Firma o la recente iniziativa Artijanus Artijanas. Man mano ci si rende conto di quanto siamo fortunati in Italia ad avere una ricchezza del genere a due passi da casa, ed è giusto preservarla. Lavorare a stretto contatto con gli artigiani permette di imparare a conoscere il comportamento dei materiali e soprattutto di instaurare un rapporto di complicità nella progettazione tra designer e maker.

Calypso by SerenaConfalonieri - Photo © Andrea Agrati
Calypso by SerenaConfalonieri – Photo © Andrea Agrati

I pezzi in edizione limitata, alcuni autoprodotti (venduti da Pamono, Artemest…) sembrano essere una dimensione in cui sei comoda.
Ho iniziato le mie autoproduzioni nel 2017 con la collezione Masai e negli anni ho aggiunto altre 4 collezioni: Mojo, i vasi Caleido e le collezioni in vetro borosilicato soffiato Arabesque e Calypso. Sono molto felice perché tutte hanno avuto un ottimo riscontro, sia in termini commerciali che da parte degli ‘addetti ai lavori’. Accanto ai siti di e-commerce, proprio in queste settimane sto implementando una sezione shop anche direttamente sul mio sito, dove sarà possibile acquistare tutti i progetti autoprodotti.

Le tue creazioni sembrano sospese tra passato e presente (amore per il fatto a mano e contemporaneità).
Sto sempre molto attenta a non cadere nel ‘nostalgico’, cercando di bilanciare ispirazioni amarcord con la giusta dose di contemporaneità.

Talia by l'Opificio, Design Serena Confalonieri - Photo © Andrea Agrati
Talia by l’Opificio, Design Serena Confalonieri – Photo © Andrea Agrati

Hai studiato e lavorato per sei mesi nel settore tessile a New York. Un’esperienza che ti ha influenzata anche per le texture e le fantasie delle carte da parati?
Sono da sempre appassionata e influenzata dallo stile Decò, in questo senso l’esperienza a New York è stata impareggiabile. Ho fatto mio un grande bagaglio culturale e di tecniche che sono ritornate fuori in moltissimi lavori successivi.

Starlight by Wall&decò, Design Serena Confalonieri
Starlight by Wall&decò, Design Serena Confalonieri

Anche nelle ultime collezioni per Wall&Deco e Mohebban?
Seppur nelle loro differenze, entrambi i progetti hanno in qualche modo un richiamo agli anni ’70. La collezione di wallpaper Starlight riprende le texture e le cromie delle storiche carte marmorizzate fiorentine, utilizzando come base le onde colorate di questo pattern, comprimendolo e ripetendolo quasi ossessivamente. Il risultato è un fondale finemente tramato e dai colori a contrasto. Un movimento che rimanda ai glitch di disturbo degli schermi digitali, ma anche le sottili e frenetiche pennellate dei quadri impressionisti, in particolare alla ‘Notte stellata’ di Van Gogh da cui l’idea di utilizzare come decoro elementi grafici a forma di stella. Il wallpaper ha alla base un classico motivo rigato che ospita al suo interno inaspettate geometrie. Piccoli cerchi, come gocce che scivolano sulla superficie, lasciano dietro di sé una scia rimandando alla rugiada mattutina o alle stelle cadenti. La palette scelta per la superficie tessile utilizza toni morbidi e colori caldi dell’autunno. La collaborazione con Wall&Decò è un rapporto di lunga durata, lavoro con Christian e il suo team da quasi 10 anni. C’è grande fiducia reciproca, ogni nuovo progetto nasce in maniera molto fluida e spontanea.

Twiggy, Mohebban Collection, Design Serena Confalonieri - Photo © Max Zambelli
Twiggy, Mohebban Collection, Design Serena Confalonieri – Photo © Max Zambelli

Nella collezione di tappeti di Mohebban il riferimento agli anni ’70 è chiaro, nei colori, pattern, stile e anche nel nome. Twiggy: modella e attrice icona di moda e stile, che con le sue minigonne e gli outfit dai colori accesi ha segnato l’immaginario di una decade, caratterizzata da nuove libertà sia a livello creativo che sociale.

Quali sono i personaggi che ti hanno influenzata?
Il lavoro con Aldo Cibic e Diego Grandi, tra quelli con cui ho collaborato negli anni. Tra i grandi maestri del passato, sono legata all’estetica e allo stile di Josef Hoffmann per la sua spinta all’astrazione geometrica, Gio Ponti per il magistrale uso del colore e delle forme, Eileen Grey per l’equilibrio tra minimalismo e forme sinuose, e Luis Barragan, natura, colori e forme essenziali.