Firma, Bruxelles
Firma, Bruxelles
DATA SHEET

Architectural design: Keper Architecten
Interior design: Anne Van Assche (Baroness O.)
Furnishings: Aqualex, Atelier Hanssens, Sistem, Vormen
Photo credits: Jeroen Verrecht, Evenbeeld

Dopo il primo headquarter aperto nel distretto industriale di Vilvoorde, nelle Fiandre, la seconda sede di firma sceglie come base il centro di Bruxelles, insediandosi un ex capannone di circa 800 metri quadrati di superficie, ristrutturato e convertito dagli architetti Keper. Uno spazio creativo ma riflessivo, minimalista e accogliente che, sebbene incarni la risposta efficiente all’ormai new normality ripensando luoghi e tempi dell’ufficio tradizionale, schiude la sua vocazione di ambiente condiviso – con postazioni di lavoro flessibili, sale riunioni e spazi comuni – presentandosi, anche, come incubatore di creatività e produttività.

Firma II offre a chi la transita a breve o a lungo termine la possibilità di trovare ispirazione, stringere nuove relazioni e creare collaborazioni, condividendo la quotidianità e sperimentando discipline diverse. Familiar Reflections, ad esempio, è la prima esposizione ospitata presso la sede della capitale promossa dallo studio creativo Baroness O. a conclusione di un programma di residenza collaborativo e immersivo a cui hanno partecipato artisti e designer belgi del calibro di Stephane Barbier Bouvet, Niels Raoul Boone, Clarisse Bruynbroeck, Bieke Buckinx, Destroyers Builders, Jord Lindelauf, Thibeau Scarcériaux, Ben Storms, Studio Matta, Bram Vanderbeke, Elias Van Orshaegen e paulineplusluis.

Benché firma II sia accessibile a chiunque, a essere maggiormente conquistati dalla potenza della contaminazione e dal valore dell’interconnessione di cui lo spazio è per definizione portatore, pare siano principalmente produttori indipendenti, designer e imprenditori innovativi. “Penso che sia importante creare un luogo in cui l’imprenditorialità e la creatività siano collegate, un luogo dove si impara e ci si ispira a vicenda” racconta Anne Van Assche, designer a capo del progetto di interior nonché founder di Baroness O., con la consapevolezza di chi ha già sperimentato questo modus operandi e con la convinzione che il futuro risieda in spazi di lavoro flessibili e su piccola scala. La flessibilità rappresenta infatti il fulcro dell’organizzazione architettonica e dell’interior design: uno spazio ben pensato, algido e versatile, dominato dalla scala dei grigi con il contrappunto pastello di arredi leggeri e coerentemente diversificati che si prestano a essere facilmente riposizionabili.

Le possibilità di networking non si limitano tuttavia alle postazioni lavorative. Sconfinano nella Cantine: una proposta di ristorazione su menù stagionale che ripensa il modello di mensa per accogliere il significato di community e sostenere la nascita di relazioni ricche di potenzialità, ospitando conferenze, brunch o cene.

Anna Van Assche punta decisamente sull’imprenditoria locale e sostiene le persone che la pensano allo stesso modo. Il caffè proviene da Mok e il Kombucha da Rish, entrambi con sede nella capitale. Il bar è stato realizzato dall’Atelier Hanssens di Vilvoorde, mentre gli sgabelli del bar sono dei designer di Bruxelles Vormen e gli angoli cottura di sistem. Anche la rubinetteria è frutto di una collaborazione con l’azienda belga Aqualex.