Bardót, Antiparos, Greece
Bardót, Antiparos, Greece

I luoghi, come le persone, hanno un carattere specifico. Dovendo descrivere la ‘personalità’ di Bardot, il ristorante concepito sull’isola di Antiparos da due ristoratori con una vasta esperienza stratificata tra Atene, Mykonos e New York – Thanasis Panourgias e Harry Spyrou –, e un albergatore attivo tra Los Angeles e Londra – Leon Economidi –, potremmo dire che incarna le caratteristiche della Grecia moderna, in un sapiente equilibrio tra eredità tradizionale e influenze contemporanee. L’esperienza culinaria proposta dal ristorante si allinea a questa visione, offrendo cocktail che rivisitano i sapori greci più noti, come il negroni alla pesca e il margarita al sale nero, e si completa con una selezione di tapas realizzate con ingredienti locali.

Il progetto architettonicoè firmato da Andreas Kostopoulos, uno dei due soci fondatori dello studio newyorkese Manhattan Projects, che ha lavorato a stretto contatto con i fondatori per dare forma alla loro visione. Senza indulgere nella nostalgia, il varco di accesso è stato riportato nella sua posizione originale, ripristinando la sequenza d’ingresso attraverso un piazzale aperto. Anche la facciata – composta da stucco di fieno, argilla e calcare – recupera la sua antica dignità, esponendo pietre dalla texture ricca, incastonate nei muri per migliorare la resistenza strutturale.

Per creare continuità visiva tra interno ed esterno, le pavimentazioni delle due aree sono state realizzate in miltos, un minerale color rame, probabilmente utilizzato dagli ex costruttori navali residenti nell’edificio. All’esterno, piastrelle artigianali in argilla infuse di ocra rossa rivestono il patio, che è lavorato per dare forma a gradinate e banquette. All’interno, una miscela di ocra rossa, calcare e sabbia, tradizionalmente utilizzata per i pavimenti, produce una superficie liscia e sensuale.

I volumi interni sono scanditi da una serie di spazi simili a grotte e rivestiti con una pietra calcarea bianca comune a tutte le isole greche. Il bar segue i contorni delle pareti dell’ambiente in cui è inserito. Realizzato in legno di noce massiccio con una finitura laccata, la massa spessa e arrotondata del piano del bancone sembra sospesa a mezz’aria. Lungo le pareti sono stati creati posti a sedere, tra cui un antico camino che si trasforma in un accogliente letto da giorno. Gli specchi posizionati strategicamente nelle fessure producono un effetto trompe l’oeil.

I mobili sono una collezione di pezzi moderni e della metà del secolo scorso, insieme a pezzi d’antiquariato e oggetti trovati che affondano le radici nella storia del Mediterraneo. Una zangola di legno usata un tempo per fare il burro funge ora da sgabello, mentre antiche giare d’olio ornano le aperture sulle pareti e le finestre. I murales dipinti e i piatti in ceramica dell’artista Christianna Economou conferiscono un tocco giocoso alla cultura greca e cicladica. L’ insieme di questi elementi vecchi e nuovi reimmagina un ambiente fresco come quello dell’Egeo.