Il Santo Cafè Bistrot, Afragola, Italy - Photo © Carlo Oriente
Il Santo Cafè Bistrot, Afragola, Italy - Photo © Carlo Oriente
DATA SHEET

Architect: Carmine Abate
Project manager: Vincenzo Genovese
Team: Mario Del Prete, Anna Del Piano
Construction: Pace Group – Vincenzo Celiento
Wallpaper: Cole & Son
Tiles: Ceramica Vogue
Seatings: Pedrali, custom made sofas
Photo credits: Carlo Oriente

La caffetteria, bistrot e cocktail bar Il Santo di Afragola, in provincia di Napoli, è un progetto “piccolo” ma denso di riferimenti, messi insieme con leggerezza di spirito. Il contenitore è un edificio parte del complesso della basilica di Sant’Antonio, nato nel Seicento e sviluppatosi nel tempo. Il locale, progettato dall’architetto Carmine Abate, è organizzato in una sequenza di spazi e ritmato dalle aperture nei muri massicci. Proprio queste aperture diventano elementi scenografici che polarizzano l’attenzione grazie all’uso di rivestimenti in piastrelle che creano grandi campiture di colore o di pattern geometrici, mentre il pavimento è una distesa optical di fasce diagonali.

La sala d’ingresso accoglie il bancone bar, rivestito in pannelli di noce. Alle sue spalle la parete è ritmata da archi che suggeriscono in modo stilizzato l’architettura di un chiostro, chiaro riferimento alla storicità del complesso di cui l’edificio fa parte.

Da qui si sviluppa un’enfilade di ambienti che termina con un sipario (e in effetti delimita lo spazio riservato alle esibizioni dal vivo). Sul fondo, come in una nicchia, una statua di Sant’Antonio posata su un plinto blu oltremare: ancora un omaggio all’origine dell’edificio, citazione che riesce a essere rispettosa pur se con un’anima pop.

Nello stesso spirito, le pareti sono decorato con pannelli in carta da parati contemporanea incorniciati da sottili modanature, come si faceva nell’Ottocento. La chiave progettuale, a livello visivo, del progetto è proprio questa: un accostamento quasi bulimico di riferimenti (dalle piastrelle di Vietri al gusto Memphis passando per le atmosfere di David Lynch) dove l’abbondanza non diventa opprimente ma si traduce in freschezza. Facendo dialogare – con spirito colto e divertito – il passato con il nostro tempo.