SCHEDA PROGETTO

Owner: Alrov
Hotel operator: The Set Hotels
Architecture & Interior design: W&A Wilmotte & AssociÈs Architectes, Perrot & Richard
Furnishings: Lema Contract, Paolo Castelli Divisione Contract, Poliform Contract, Poltrona Frau, Porro Contract
Bathrooms: Cea Design
Technology: Creston, Bang & Olufsen
Systems, Floor and surfaces: Paolo Castelli S.p.A Divisione Contract
Fabrics: Hermès
Photo credits: David Esser, Mathieu Fiol, Amit Geron

C’è un’intera storia ultracentenaria dietro l’hotel Lutetia di Parigi, al 45 di Boulevard Raspail, nella zona di St. Germain-des-Prés sulla Rive Gauche. Una memoria scritta dall’architettura, splendido esempio di passaggio stilistico da Art Nouveau ad Art Déco, con la sua facciata ondulata e gli interni fatti di stucchi e affreschi. Una memoria scritta da personalità dell’arte e della cultura che qui si sono confrontate nei rituali dei Café e della conversazione: Joyce, Beckett, Hemingway, Picasso, il Generale de Gaulle, Cocteau, Sartre, Josephine Baker (alla quale è stata intitolata una suite) e molti altri che hanno forgiato in modo indelebile l’anima del luogo. Un patrimonio che negli anni non ha mai interrotto la sua funzione di accoglienza. Da quando, nel 1910, ne fu avviata la costruzione su volere della famiglia Boucicaut, fondatrice di Le Bon Marchè, primo grande magazzino parigino, intelligente escamotage che consentiva alla ricca clientela arrivata da fuori città di soggiornare proprio accanto al loro ‘oggetto dei desideri’. Vari interventi si sono stratificati tra gli anni ’60 e ’70, continuando a ospitare artisti più vicini al passato più recente: fashion designer – Yves Saint-Laurent fra tutti -, star del cinema e della musica.

Ora, per l’hotel Lutetia è arrivato il momento di sedimentare un altro strato. Posato necessariamente sulla contemporaneità. Acquisito da The Set Hotels, del gruppo israeliano Alrov, Lutetia ha riaperto le porte lo scorso 12 luglio 2018, dopo una ristrutturazione totale durata oltre quattro anni e costata duecento milioni di euro. Un lavoro di equipe straordinario su progetto dell’architetto francese Jean-Michel Wilmotte – già autore di prestigiosi restauri come le sale del Louvre e quelle del Rijksmuseum di Amsterdam – in collaborazione con lo studio Perrot & Richard, responsabile di monitorare il rispetto dell’eredità lasciata da un simile colosso.

L’intervento accuratissimo, esterno e interno, si è rivelato essere ambizioso perché conservativo e di rinnovamento al contempo. La prima grande sfida è stata quella della modernizzazione tecnologica, con i vincoli che la ristrutturazione di un edificio storico di tale rilevanza impone, integrando impianti tecnici, sistemi di sicurezza, condizionamento, domotica e un necessario isolamento acustico sia dalla adiacente Boulevard Raspail sia tra le camere stesse. Un altro sostanziale cambiamento è stato l’aumento della dimensione degli spazi per offrire maggiore comfort e benessere agli ospiti. Ampliamento di superficie visibile nel numero delle stanze – passate da 233 a 184, più 7 suite concepite come mini appartamenti –, nella creazione di un patio interno – zona outdoor che sostituisce lo storico salone preesistente -, di un’area SPA di 700 mq, e di aree comuni diversificate – Bar Joséphine, Salon Saint-Germain, Orangerie, Salon Crystal, Brasserie… -.

Punto fermo di ogni ambiente è la luce naturale, voluta fortemente da Wilmotte e base del progetto stesso. Ma la riuscita della straordinaria versatilità d’intervento la si deve anche grazie al sostanzioso contributo di aziende italiane top di gamma, capaci di sviluppare soluzioni d’arredo personalizzate e sartoriali. Per ciascun ambiente, pubblico o privato, ogni pezzo è stato studiato e customizzato su misura, da disegno di Wilmotte, per rispondere alle precise richiesta stilistiche e tecniche della committenza.

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