La quarta dimensione

Gli spazi che viviamo hanno tutti un senso. E come li disegniamo contribuisce – o meno – a definirlo. Veicolando valori, stimolando reazioni, suggerendo relazioni. Funzioni puramente immateriali ma spesso, specie quando si tratta di edifici aperti al pubblico, importanti

Celebration Picasso - Photo © Vinciane Lebrun, Voyez-Vous
Celebration Picasso - Photo © Vinciane Lebrun, Voyez-Vous

A Parigi sono in corso due mostre molto diverse tra loro ma con alcuni punti di contatto importanti. Sono Célébration Picasso, la collection prend des couleurs! (Musée Picasso, fino al 27/08) e Yves Saint Laurent – Formes (Musée Yves Saint Laurent, fino al 14/01/2024). Entrambe coinvolgono un creativo vivente e uno scomparso; entrambe mettono in dialogo arte e moda.

Nel caso di Saint Laurent, il lavoro dello stilista trova una corrispondenza stimolante in quello di Claudia Wieser (tedesca, nata nel 1973), che punteggia i vari spazi espositivi. Una linea estetica precisa che sottolinea e mette in evidenza i temi costanti nel percorso di Saint Laurent: il rigore, l’ammirazione per il costruttivismo, la capacità di giocare – e osare – con il colore.

Ruben Modigliani - Photo © Valentina Sommariva
Ruben Modigliani – Photo © Valentina Sommariva
Yves Saint Laurent – Formes, Paris - Photo © Thibaut Voisin
Yves Saint Laurent – Formes, Paris – Photo © Thibaut Voisin

L’operazione condotta dal Musée Picasso con la direzione artistica di Paul Smith, uno dei volti più conosciuti nel mondo della moda britannica, ha risvolti più profondi. Le sale che Smith, insieme alle curatrici Cécile Debray e Joanne Snrech, ha concepito sono vivaci, una sequenza di sorprese che tengono viva l’attenzione e accompagnano il visitatore alla scoperta – e alla comprensione – di una serie di capolavori. È quello che ogni museo dovrebbe fare.

Un allestimento che non ha niente di superficiale: «Ho cercato di guardare all’opera di Picasso in modo meno convenzionale», spiega Smith, «mettendo insieme un’esperienza visiva interessante per il pubblico più giovane e per quello che non conosce bene l’opera di questo grande maestro. È un approccio più spontaneo e istintivo».

Entrambe le mostre stimolano una riflessione profonda sul ruolo della decorazione, vista non come cornice “passiva” ma come strumento capace di esercitare una funzione. Che in questi casi – ma potrebbe essere una biblioteca, una sala d’aspetto… – diventa trasmissione di un set di valori, coinvolgimento del pubblico, partecipazione e condivisione. Non sono cose banali: una società consapevole e matura (o inconsapevole, immatura) si costruisce anche così.