Madeline Isakson, vista nell’ambito di Launch Pad (sezione di WantedDesign Manhattan) al Javits Centre di New York, è una giovane artista e designer che con il suo lavoro conduce un’attenta indagine sulla cultura del consumismo.
La visione creativa di Isakson – BFA in Furniture Design al California College of the Arts e un MFA in 3D Design alla Cranbrook Academy of Art – si focalizza sul recupero di elementi di scarto, in particolare gli imballaggi di polistirolo, per trasformarli in sculture funzionali dedicate all’ambiente domestico. Contenitori di televisori o microonde, ad esempio, diventano involucri estetici in cui vengono inseriti elementi come cuscini e luci a LED, dando al “prodotto” finale un diverso senso e significato.
![EPS [Expanded Polystyrene] collection by Madeline Isakson](https://ifdm.design/wp-content/uploads/2023/05/EPS-Expanded-Polystyrene-collection-by-Madeline-Isakson-01.jpg)
Uno dei materiali più inquinanti, che occupa quasi il 30% delle discariche di tutto il mondo, nelle mani di Madeline Isakson si svela come materia esplorativa a cui infondere nuova vita e da cui scaturiscono opere provocatorie come la serie EPS [Expanded Polystyrene]: pezzi di art-design in cui è visibile la traccia morfologica originaria. Una scelta voluta, per esprimere con forza il concetto del riuso.
![EPS [Expanded Polystyrene] collection by Madeline Isakson](https://ifdm.design/wp-content/uploads/2023/05/EPS-Expanded-Polystyrene-collection-by-Madeline-Isakson-03.jpg)
«Siamo tutti consapevoli dei problemi creati dalla nostra cultura del consumismo» osserva la giovane artista-designer. «L’obiettivo di questa serie risiede nel ripensare alle possibilità di ciò che in passato consideravamo “spazzatura” per creare una nuova estetica domestica capace di vedere la bellezza e l’umorismo nel banale».
![EPS [Expanded Polystyrene] collection by Madeline Isakson](https://ifdm.design/wp-content/uploads/2023/05/EPS-Expanded-Polystyrene-collection-by-Madeline-Isakson-02.jpg)
I pezzi della serie EPS [Expanded Polystyrene] sono realizzati con pezzi di imballaggi che vengono assemblati. L’oggetto viene poi trasformato in un calco e realizzato in fusione di alluminio, uno dei materiali più riciclabili.
Gli scarti assumono così una nuova dimensione estetica, traslati e ricontestualizzati in elementi di uso quotidiano come sedute e lampade totemiche ispirate al brutalismo e al costruttivismo, oggetti da collezione, arredi eclettici, sculture di luce, definiti dalla stessa artista come “detriti monolitici”.