Floating Home, Schoonschip, Amsterdam
Floating Home, Schoonschip, Amsterdam
DATA SHEET

Client: private, CPO Schoonschip
Main contractor: Hagoort Bouw BV
Architecture and interior design: i29 architects
Lighting design: i29 architects
Cabinet maker, Interior builder: Simon Sintenie
Furniture: HPL, Querkus
Kitchen: Blanco, Franke, Kemi, Shinnoki, Siemens 
Sanitary: Clou, Grohe, Simon Sintenie (custom sink), Villeroy&Boch, Xenz
Lighting: Carpyen, Foscarini, Modular, Philips, Toss b
Flooring, facade: Foreco, Hercules, Kingspan 
Solar panels: Robisol
Glass roof: Ter Huurne
Stairs: Albreco
Doors: Qbci
Walls: Mosa, Simon Sintenie
Ceiling: Asona
Photo credits: i29, Ewout Huibers

Quarantasei famiglie hanno ridato vita a un canale in disuso popolando il nuovo quartiere galleggiante Schoonschip di Amsterdam, un tempo area industriale, ora tra le zone in più rapida trasformazione della città. Il progetto, su masterplan di Space&Matter, ambisce a creare la comunità galleggiante più sostenibile d’Europa, capace di produrre energia pulita a impatto zero per un nuovo modello di convivenza che guarda al futuro.

Floating Home, Schoonschip, Amsterdam 02
Floating Home, Schoonschip, Amsterdam 03
Floating Home, Schoonschip, Amsterdam 04
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All’interno di questo brillante eco-sistema urbano, ciascun proprietario ha potuto personalizzare la propria casa scegliendone l’architetto. Una progettazione partecipata che ha visto il gruppo di olandesi i29 raccogliere la sfida del cliente: ottimizzare lo spazio in un volume ridotto, mantenendo una forma tipica ma sorprendente, il tutto con un budget limitato.

L’intervento, semplice e intelligente, vede un corpo architettonico (160 metri quadrati) in stretta relazione con i suoi interni, risultato di uno studio sul potenziale degli ambienti in funzione dell’esterno e viceversa. Tutti e 3 i livelli della residenza risultano così in collegamento aperto con l’atrio (tramite una scala), connesso a sua volta con una terrazza loggia appena sopra il livello dell’acqua. Ovunque ci si trovi, è possibile osservare l’esterno attraverso vetrate e lucernari posizionati dagli architetti come lame di luce. Tagliati talvolta in diagonale per inquadrature amplificate fuori dal comune sull’acqua, sul cielo e sugli elementi circostanti.

Persino il tetto spiovente con copertura a falde ruota diagonalmente in pianta per offrire una terrazza semi protetta con vista verso il porto a Ovest. La visuale è sempre diversa man mano che ci si sposta: il seminterrato guarda direttamente il livello dell’acqua, il soggiorno offre una vista sui dintorni solo quando si è seduti e la cucina, al piano superiore, ha un punto di osservazione sia sul lato Sud che su quello a Nord del canale.

Visto dall’esterno, invece, l’edificio mostra un insieme fatto di sprazzi chiaro-scuri dato dalle superfici bianche interne che traspaiono dalle finestre a contrasto con quelle scure dell’involucro. Naturalmente, la casa ingloba le qualità ecosostenibili volute per l’intera comunità, pensata per essere non solo energeticamente autosufficiente, ma anche in grado di vendere energia in eccesso o di scambiarla con altri servizi.

Agganciata a un molo che funge sia da connettore sociale, collegando in superficie le famiglie tra loro e alla banchina, sia da connettore funzionale, convogliando in profondità i raccordi energetici, la casa contempla tra gli altri fattori di autosufficienza energetica una gestione dei rifiuti intelligente, l’uso dell’acqua e il suo riutilizzo.