Torre al Parco, Milan - Photo © Andrés Otero
Torre al Parco, Milan - Photo © Andrés Otero

L’edificio è un esempio di modernità nel panorama dell’architettura milanese del tempo. Realizzato tra il 1953 e il 1956 su progetto di Vico Magistretti e Franco Longoni, Torre al Parco stravolge sin da subito l’immagine urbana con la definizione di un nuovo rapporto con l’ambiente circostante (Parco Sempione e Ferrovie Nord), lo sviluppo in altezza in relazione al residenziale, le raffinate soluzioni spaziali, la pianta a L. In uno dei piani alti (in tutto 21 fuori terra più 3 interrati adibiti ad autorimessa), si trova l’appartamento abitato da una giovane coppia di professionisti e collezionisti d’arte, che hanno affidato all’architetto Flaviano Capriotti il completo restyling degli spazi.

Il dialogo con l’architettura di Magistretti è stato il primo doveroso passo. Qui ambiente domestico e skyline urbano si fondono e, dall’interno, l’effetto è quello di una completa attraversabilità dello sguardo che coglie in maniera unitaria lo spazio del soggiorno e insieme quello della città. L’approccio funzionale è andato in parallelo con la conservazione, il più possibile, delle finiture originali. È il marmo a connotare i vari ambienti domestici, alternato al parquet a spina di pesce livellato e lamato, mantenendo intatto il concetto di casa borghese, sobria e raffinata.

La passione per l’arte dei padroni di casa ha fortemente influenzato il progetto con soluzioni architettoniche pensate ad hoc e alcuni arredi su misura. Nell’ingresso, Capriotti ha voluto assecondarla con la costruzione di uno sfondato ovale a soffitto che emette una luce diffusa e morbida, pensato come citazione del movimento spazialista di Lucio Fontana. Nello studio, la libreria in olmo chiaro spazzolato con schienali laccati in rosso ciliegio ospita una collezione di prime opere letterarie e una serie di piccole sculture. Le opere contemporanee presenti nei vari ambienti si miscelano armoniosamente al design italiano dei Maestri che Capriotti sceglie con cura.

l living, diviso dalla zona pranzo da una porta a scrigno dal profilo sottile in rovere, è arredato con le poltroncine D.151.4 color verde muschio e il tavolino con piano in cristallo D.555.1, entrambi disegnati da Gio Ponti e rieditati da Molteni&C; e il divano di Antonio Citterio per B&B Italia è accostato alla lampada Tolomeo Maxi di Michele De Lucchi per Artemide. In sala da pranzo la boiserie in olmo chiaro rigato contrasta con il tono più caldo e scuro delle sedute in cuoio Cab 412 di Mario Bellini disegnate per Cassina e con il tavolo realizzato da Molteni&C su disegno di Gio Ponti, autore anche del lampadario multicolore per Venini.

In alcuni ambienti, l’utilizzo della carta da parati conferisce un effetto morbido, fa da trait d’union tra i materiali e crea atmosfere suggestive. Come la parete della camera padronale rivestita con Principessa Kocacin di Rubelli, o il bagno (uno dei 4) in cui spicca la carta da parati di Hermès abbinata a pavimento e lavabo in marmo Travertino Navona levigato.

Photo © Andrés Otero