Le interviste di IFDM: Maria Porro

Direttore Marketing e Comunicazione di Porro S.p.A, storico marchio del design italiano. E direttore del Salone del Mobile.Milano. Qui riflette sulla bellezza dell'incontro, di un Salone che parla anche di sostenibilità. E di una festa di compleanno che vorrebbe aprire a tutta la città

Maria Porro - Photo © Alberto Strada
Maria Porro - Photo © Alberto Strada

Poche settimane prima dell’inizio della Milano Design Week, abbiamo incontrato Maria Porro nel corso di una giornata senza sosta: prima dell’intervista era stata protagonista di un servizio fotografico, subito dopo incontrava un altro giornalista. Sempre con un sorriso (contagioso) sul volto.

Per il Salone questa è l’edizione della ripartenza. È cambiato il modo di vedere il design, di viverlo?
Rispetto al periodo pre-pandemia è cambiata la percezione della casa. Abbiamo riscoperto come la qualità dei luoghi che abitiamo possa influenzare la qualità delle nostre relazioni all’interno della casa. Va in questo senso anche tutta l’attenzione alla sostenibilità, alla salubrità dei luoghi domestici, ai consumi energetici. Tutti questi aspetti che prima forse un po’ in background sono diventati un argomento molto importante nel momento in cui si disegna la propria casa, il proprio nido. Allo stesso tempo questi due anni hanno rivoluzionato il modo in cui viaggiamo, viviamo i luoghi pubblici, ci sediamo al ristorante, lavoriamo. L’arredamento in questo ha una responsabilità che diventa anche opportunità di ridisegnare, reintepretare i luoghi. Sicuramente il Salone del Mobile, in quanto grande evento internazionale, luogo in cui i trend e le novità di questo settore trovano la loro vetrina per eccellenza, rifletterà questa evoluzione. Questi due anni di grandissimi cambiamenti.

Sala delle Cariatidi - Photo © Palazzo Reale Milano
Sala delle Cariatidi – Photo © Palazzo Reale Milano

Rispetto agli anni Sessanta, come sono cambiate le cose?
Prima era un’esposizione di prodotti su delle pedane bianche. Punto. Oggi il Salone dà la possibilità di partire da un foglio bianco e di disegnare un’architettura, uno spazio museale, una presentazione surreale. Il modo in cui ci si racconta non è più solo intorno al prodotto ma è anche sul tipo di casa, di proposta che ogni azienda vuole dare. La qualità del prodotto è comunque importantissima: in un mondo dove con il digitale riesco a raccontare con render bellissimi quello che voglio, poi però quel rapporto col corpo, con la qualità che si tocca è tornato a essere importante, forse anche perché questi due anni di call, sempre con l’intermediazione di un monitor, ci hanno fatto capire quanto invece la dimensione fisica sia importante. È cambiato anche il modo in cui ci si racconta al pubblico. Oggi si vuole rispondere a una serie di domande: com’è fatto/chi l’ha fatto/dove l’ha fatto. È l’idea di una trasmissione dei valori che stanno dietro a una produzione. Il Salone è un grande magnete che porta a sé persone, pensatori, interpreti, buyers, curiosi… C’è una comunità intera che arriva in quella settimana. Quello che è cambiato è stato proprio riscoprire quanto sia importante l’incontro che avviene in quella settimana, quella dimensione del “qui e ora” che il Salone costringe in qualche modo a vivere. Il Salone è prima di tutto un’esperienza, il fatto di di essere tutti insieme per lo stesso motivo nello stesso spazio, nello stesso tempo.

Design with Nature, Design by Mario Cucinella Architects
Design with Nature, Design by Mario Cucinella Architects

Quali sono le parole chiave di questo Salone?
Il Salone è un urbanista, disegna le strade e le piazze, poi però i contenuti li mettono le aziende. Ecco, penso che una parola chiave sia proprio “contenuto”. Poi, anche se è un termine trito e ritrito, “sostenibilità”: c’è un grande impegno da parte di tutto il settore, che negli ultimi anni ha accelerato la transizione in questo senso, Il Salone ha anche la volontà di farsi acceleratore di questo processo: nasce da qui la grande installazione di Mario Cucinella, che sarà sicuramente uno strumento interessante. Poi c’è una terza parola: “incontro”. il Salone è sempre stato un costruttore di ponti, è qui che mondi anche molto distanti hanno iniziato a parlarsi. In questa settimana si parlano tutte le lingue del mondo qui a Milano ed è grazie al Salone, che ha tenuto le porte aperte e ha creato relazioni commerciali e creative con mondi molto distanti. È una interconnessione che penso sia importantissima.

Magic Box
Magic Box

Cosa dà il design al mondo?
Il design è una cosa antichissima, è l’approccio dell’uomo al mondo. È l’idea di inventare una funzione e dargli una forma, diceva qualcuno di più importante di me. È intercettare un’esigenza e trovare una soluzione. Al mondo il design dà soluzioni, e quando sono intelligenti restano a lungo.

Magic Box
Magic Box

I due eventi che il Salone organizza per questa edizione, “Design with Nature” di Mario Cucinella e “La Scatola Magica”, sono due dichiarazioni di intenti?
In realtà faremo anche una super festa di compleanno, che io vorrei aprire a tutti ma non vogliono farmelo fare… “La Scatola Magica” è una installazione a Palazzo Reale che rimane aperta per due settimane quindi tutti potranno vedere. Usa il linguaggio del cinema per parlare di design, una cross-pollination che è molto interessante esplorare. Dieci registi (più uno, che è una sorpresa) interpretano altrettante parole chiave. “Design with Nature”, all’interno della Fiera, vuole essere un grande acceleratore: la sostenibilità, l’abbiamo detto prima, è diventata imprescindibile, non è più solo una parola ma è un progetto che tutte le aziende stanno affrontando con grande serietà. Ma le grandi trasformazioni hanno bisogno di uno sforzo collettivo, e nel caso dell’arredamento di uno sforzo di filiera. Non basta la volontà della singola azienda ma bisogna fare un network. Faccio un esempio molto semplice: la certificazione FSC che certifica il legno può averla il mio fornitore di materie prima, posso averla io come azienda ma se il piccolo artigiano che realizza il bracciolo di una mia sedia non è certificato io perdo la cosiddetta catena di custodia, quindi gli sforzi vanno a vanificarsi. La riflessione di Cucinella parte proprio da qui. Ci sarà una grande materioteca con materiali sostenibili, e una parte dedicata al ruolo della casa, cellula che può modificare un organismo più complesso come l’edificio o come l’intera città. Poi ci saranno talk e momenti d’incontro. È un tentativo di creare un tipo di cultura: perché il principale driver di questo cambiamento è che la richiesta di sostenibilità parta dal consumatore.