Neoclassica e hipster, storica ed emergente, monumentale e dinamica. Quando cerchi di imbrigliarla in un’etichetta, Berlino, vivace, liquida e multiforme, come un torrente in piena traccia e percorre nuovi e inediti corsi e tendenze. Una città dai forti contrasti, dove il passato, talvolta duro e incombente, si incontra e si fonde con il presente frizzante e con le nuove correnti sperimentali, dando vita a un vero e proprio museo a cielo aperto. Considerata la capitale europea della cultura e culla del Bauhaus, Berlino offre una varietà di stili, architetture e indirizzi imperdibili per gli appassionati di design.
Tra i landmark della città, la Neue Nationalgalerie, un museo-icona che sorge nei pressi di Potsdamer Platz, firmato dal maestro Ludwig Mies van der Rohe e di recente ristrutturato da un altro grande progettista, David Chipperfield, che è riuscito a rinnovare questo capolavoro architettonico anni Sessanta mantenendone l’aura secondo un approccio rigoroso e conservativo.
Per chi è a spasso con i piccoli, tra i nuovi luoghi da segnare nella mappa c’è Anoha, lo spazio di scoperta, esplorazione e gioco progettato da Olson Kundig all’interno del Museo ebraico di Berlino firmato da Daniel Libeskind, una struttura-percorso in legno che si ispira all’arca di Noè e al racconto della Torah, con 150 sculture ludiche che stimolano la fantasia di grandi e piccini.
Vivace e multiculturale, Berlino stupisce ad ogni angolo con i suoi luoghi rinnovati e reinventati: come lo storico cinema Blauer Stern del 1933 nel distretto di Pankow reimmaginato dallo studio locale Batek Architekten con luci al led, carte da parati e velluti rossi.
Tra le novità, l’Humboldt Forum (in cover), un maxi polo per le arti e le scienze inaugurato nel 2020 nell’isola dei musei, nel cuore di Berlino, che rappresenta il più grande centro culturale europeo esteso su 30mila metri quadrati.
E ancora: il nuovo Exilmuseum progettato dallo studio di architettura danese Dorte Mandrup, un museo che racconterà l’esperienza umana dell’esilio, e che sorgerà inglobando le rovine della storica stazione ferroviaria Anhalter Bahnhof, dalla quale migliaia di persone fuggirono in esilio durante la Seconda Guerra mondiale.
Occhi all’insù per fotografare e ammirare le più recenti opere architettoniche, come l’avveniristica sede del gruppo editoriale tedesco Axel-Springer firmata da OMA, 52mila metri quadrati di spazi di lavoro per oltre 3.000 dipendenti, una struttura permeabile che si apre come uno scrigno di vetro alla città.
Per una pausa gourmet in un luogo di design, c’è Sofi bakery nel quartiere Mitte, una ex fabbrica di mattoni trasformata in un panificio artigianale biologico su progetto dagli architetti danesi Mathias Mentze e Alexander Vedel Ottenstein, frutto della collaborazione tra lo chef e ristoratore danese Frederik Bille Brahe e il fondatore di Design Hotels Claus Sendlinger, un paradiso per gli aspiranti bakers con una cucina a vista che mostra l’intero processo di panificazione.
Tra le nuove architetture, la nuova sede di Sony Music Entertainment Germany progettata dallo studio Karhard, 7844 metri quadrati in Bülowstraße a Schöneberg con interni plasmati dalle atmosfere e dal glamour dei club anni Ottanta, con tanto acciaio, vetro, glitter e tappeti colorati.
Berlino ospita inoltre prestigiosi showroom di arredamento, come il punto di Laufen ideato da Konstantin Grcic, la filiale di Magis Germany Gmbh, la sede di LenzWerk, holding company che comprende diverse società specializzate in arredamento, tecnologie per l’edilizia e progetti immobiliari. È a Berlino che fa tappa il Together World Tour di Ideal Standard, durante il quale Roberto Palomba, art director di Ideal Standard, ha detto: “Berlino è la modernità, una città che guarda sempre avanti, culturalmente ha vissuto momenti eccitanti, ma soprattutto è la città che ha determinato la rottura tra la cultura del design per pochi per approdare al design sociale, per tutti”.
Se state pianificando di visitarla, l’occasione migliore è la Berlin Design Week, la settimana ad alto tasso di creatività curata da Alexandra Klatt che si svolge solitamente tra fine maggio e i primi di giugno.