Copenhagen e l’eterna primavera del design

Fiorisce la creatività nella capitale danese, tra nuove gallerie, atelier sperimentali e showroom

Una città dove tutti si spostano in bicicletta, dove si vive in stretta connessione con la natura, dove le abitazioni sono dei nidi efficienti dal punto di vista energetico e “hygge”, estremamente confortevoli e intime, con interni dalle palette cromatiche delicate, i mobili in legno, gli oggetti disegnati in purezza. Copenaghen è questo, e molto altro: è la patria dei più grandi maestri del design e dell’architettura, come Kaare Klint, considerato il padre del design danese, l’uomo dei classici come la sedia Safari del 1933, uno dei primi pezzi di alto design fai-da-te, assemblabile e smontabile, oppure come Arne Jacobsen e Hans Wegner, rappresentanti della Golden Age del design danese degli anni Cinquanta-Sessanta. Chiamata in danese København, la capitale della Danimarca vive una eterna primavera della creatività, anche quando le temperature scendono, riscaldata dalla vitalità e dall’energia dirompenti degli studi di progettazione, degli atelier ibridi tra arte e design, delle gallerie, degli showroom e dei brand.

Ordrupgaard by Zaha Hadid - Photo © Adam Mørk
Casa degli Elefanti - Photo © Frank Rønsholt
CopenHill by BIG - Bjarke Ingels Group - Photo © Rasmus Hjortshoj, BIG - Bjarke Ingels Group
CopenHill by BIG - Bjarke Ingels Group - Photo © Rasmus Hjortshoj, BIG - Bjarke Ingels Group
Blox Hub - Photo © Rasmus Hjortshøj
Ordrupgaard by Zaha Hadid - Photo © Adam Mørk
Casa degli Elefanti - Photo © Frank Rønsholt
CopenHill by BIG - Bjarke Ingels Group - Photo © Rasmus Hjortshoj, BIG - Bjarke Ingels Group
CopenHill by BIG - Bjarke Ingels Group - Photo © Rasmus Hjortshoj, BIG - Bjarke Ingels Group
Blox Hub - Photo © Rasmus Hjortshøj
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Relativamente piccola ma ricca di attrazioni, è puntellata da importanti architetture, dal Museo Ebraico Danese di Daniel Libeskind all’estensione del museo d’arte moderna Ordrupgaard di Zaha Hadid, dalla Casa degli Elefanti di Sir Norman Foster alla sala concerti di Jean Nouvel, fino ai più recenti CopenHill dei BIG, un avveniristico impianto di smaltimento rifiuti green che, grazie al profilo obliquo della struttura, funziona come una pista da sci, e al Blox Hub dello studio OMA, un’imponente struttura in vetro e acciaio che ospita, oltre ai ristoranti, uffici, residenze, anche il Danish Architecture Center; fino a Nordhavn, la rigenerazione del distretto portuale, una città ideale sull’acqua, la zona che promette di diventare la più cool, innovativa e sostenibile, pensata per accogliere 40mila abitanti e 40mila lavoratori, caratterizzata da piccoli isolotti, una miriade di canali e bacini intersecati tra loro, con smart building che “reagiscono” in tempo reale ai consumi per essere a basso impatto ambientale, locali, palestre sul tetto, showroom e ristoranti internazionali.

Villa Copenhagen - Photo © Stine Christiansen
Villa Copenhagen - Photo © Stine Christiansen
Villa Copenhagen - Photo © Stine Christiansen
Villa Copenhagen - Photo © Stine Christiansen
Villa Copenhagen - Photo © Stine Christiansen
Villa Copenhagen - Photo © Stine Christiansen
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Tra i nuovi progetti di interni troviamo la magnifica Villa Copenhagen curata dallo studio londinese Goddard Littlefair, il restyling di un edificio georgiano trasformato in hotel, una celebrazione dello spirito scandinavo, con gli interni che riecheggiano l’aria di una sofisticata residenza danese, a partire dai soffitti alti, i pavimenti a spina di pesce, gli accenti dorati e le palette dai toni tenui che rendono omaggio ai dipinti del maestro danese del XIX secolo Vilhelm Hammershøi.

Maluma by Fritz Hansen, Design Fumie Shibata
Androgyne by Menu, Design Danielle Siggerud
Richardt by Frama, Design Kim Richardt
Takt by Frama, Design Sam Hecht & Kim Colin
Maluma by Fritz Hansen, Design Fumie Shibata
Androgyne by Menu, Design Danielle Siggerud
Richardt by Frama, Design Kim Richardt
Takt by Frama, Design Sam Hecht & Kim Colin
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Se sul cielo di Copenhagen brilla la costellazione dei maestri, le strade sono popolate da brand apprezzati e richiestissimi in tutto il mondo, come Fritz Hansen, che presenta tra le novità la lampada Maluma disegnata dalla designer giapponese Fumie Shibata come omaggio alla cultura nipponica; Menu con il tavolo da pranzo Androgyne ideato da Danielle Siggerud; Kvadrat che introduce, tra le tante novità, i tessuti di Karin An Rijlaarsdam ispirati all’artigianato, alle tradizioni e ai paesaggi di Grand-Bassam, in Costa d’Avorio, paese della creativa; Frama con la sedia Richardt di Kim Richardt, ispirata alle forme organiche della natura, e Takt, con le proposte asimmetriche e geometriche di Sam Hecht e Kim Colin, insieme all’ampliamento della Cross collection di Pearson Lloyd.

The Soil Lab
An initial rendering of the Soil Lab site in North Lawndale. Courtesy of Eibhlín Ní Chathasaigh, James Albert Martin, Maria Bruun and Anne Dorthe Vester

Tra gli studi locali del momento, il team di progettazione dietro al progetto The Soil Lab, premiato dalla Chicago Architecture Biennial e dalla Danish Arts Foundation per aver ideato una soluzione che risponde al tema della call The Available City, per una città aperta che stimola l’engagement dei cittadini. La sperimentazione passa dalle gallerie, mete imperdibili per gli amanti di collectible design: tra queste segnaliamo Etage Projects, solo per citarne una, protagonista del Design Miami 2020, che si distingue per il metodo estetico trasversale, lavorando con creativi interdisciplinari.

3daysofdesign - Photo Sophus Wolf
3daysofdesign – Photo Sophus Wolf

Se siete appassionati di design, quando finalmente si potrà tornare a viaggiare, il consiglio è di visitare questa città durante i 3 Days of Design, la manifestazione di punta per la creatività; prossimo appuntamento dal 16 al 18 settembre 2021.