Il mondo cambia e anche la Cina cambia, una nuova onda culturale dice che la quantità deve lasciare il posto alla qualità. Il rallentamento dell’economia (che comunque presenta sempre una performance invidiabile) porta il mercato della domanda a essere più selettivo e, conseguentemente, quello dell’offerta a dover necessariamente essere più riflessivo. I contractor, i developer e gli investitori cinesi di real estate e hospitality di alta gamma sono alla ricerca dei “piani B”, essere brand del design e del lusso non è più sufficiente, oggi servono specifiche specializzazioni verticali, nuove flessibilità, aziende che siano in grado di risolvere una necessità progettuale con velocità e affidabilità. Il contract – che sia residenziale, dell’hospitality o del tanto di moda mixed used – sta per cambiare pelle: i buyer cinesi, dopo aver girato il mondo numerose volte, hanno sviluppato sensibilità internazionale, i loro gusti si sono arricchiti di sfumature e l’interior che oggi viene proposto ne è la prova lampante.
Ma la Cina non è solo import di qualità, oggi è soprattutto export di idee: le centinaia di progetti che IFDM valuta ogni anno dicono che le firme cinesi dell’interior disegnano spazi attraenti, che colpiscono per gusto ed equilibrio, capacità di usare il colore e le forme.
La cosiddetta New Normal, la nuova normalità, ha portato a riequilibrare i rapporti tra chi vende e chi contemporaneamente, acquista ed esporta idee.
Uno stato dell’arte che IFDM ha fotografato con i suoi ultimi Contract & Hospitality Book: l’edizione International è ricca di spunti che arrivano dall’oriente, questa edizione cinese densa di progetti che arrivano dal resto del mondo.
Per uno scambio senza sosta il cui sviluppo è un gran bel punto di domanda posto tra due punti esclamativi.
Buona lettura!
