World’s got Talents

Correva l’anno 2004, Fabrizio Cameli lavorava nell’azienda di famiglia esperta nella lavorazione della pietra, un’intuizione lo porta a pensare che quelle fantastiche macchine che lavoravano la pietra potevano essere utilizzate anche per realizzare arredi per esterni. Arredi in perfetto stile classico dove il ferro battuto si univa alla terracotta, alla ceramica e alle resine creando dei tavoli decorati che per la loro bellezza e unicità furono chiamati Talenti. Questo il primo giro di boa dell’azienda che prese il nome proprio da quei fortunati (e molto venduti) tavoli

Fabrizio Cameli, fondatore Talenti
Fabrizio Cameli, fondatore Talenti

Nel 2007 arriva la crisi economica, ma per la Talenti il momento del cambiamento…
Viaggiavo molto e ovunque e questo mi è servito per conoscere e farmi aprire gli occhi su mondi diversi dal nostro, avvertii una grande voglia di cambiamento e decidemmo di presentare una collezione outdoor contemporanea e una in stile, divise (o unite) da un ponte che per noi significava proprio l’idea di cambiamento. I competitor di allora ci dicevano che non eravamo né carne né pesce, che non eravamo pronti a un passo simile, noi siamo andati avanti, abbiamo incontrato nuovi designer che ci hanno aiutato a cambiare fino a far scomparire l’immagine di produttori in stile classico e affermare il nuovo corso della Talenti.

Swell by Karim Rashid
Swell by Karim Rashid

Nel 2010 arriva Karim Rashid, cosa ha significato?
Karim ha rovesciato come un guanto la Talenti, è arrivato e ha fatto una rivoluzione.
Per merito suo riuscimmo per la prima volta a entrare al Salone del Mobile (la lista d’attesa era lunghissima), aravamo al padiglione 24 in mezzo ai materassi, ma finalmente c’eravamo anche noi.
Rashid era molto in auge in quel periodo, aveva sempre uno sciame di persone che lo seguivano, era un uomo “social” quando i social non esistevano ancora. Intervenì subito sul brand dell’azienda, dal logo ai bigliettini da visita alla carta da lettere e – ovviamente – sullo stand del Salone: ci presentammo con un fucsia abbagliante e così nacque la Talenti Outdoor Living. A pensarci oggi devo dire che fu proprio un salto nel buio, ma le collezioni piacquero e andammo avanti ancora più convinti.

Monocollection by Visentin
Monocollection by Visentin

Sono sei i progettisti che hanno firmato le vostre collezioni, come definiresti ognuno di loro?
Palomba è raffinato, esclusivo e difficile, Rashid è un sognatore un po’ folle e creativo, Esteve è un vero guru, futurista e magico, riesce a far vedere all’azienda quello che l’azienda non vede, Visentin è duttile perché riesce a seguire i miei repentini cambiamenti di idea, Acerbis è un elegante sognatore ed è nato per l’interior, Serio è un uomo complesso e un po’ cupo ma al tempo stesso godereccio.

Casilda Collection by Esteve
Casilda Collection by Esteve

Casilda di Esteve è la collezione che ha segnato un momento fondamentale per la Talenti?
Sicuramente Casilda rappresenta il terzo giro di boa (il secondo è stato con Rashid) della Talenti e ci ha proiettato nella dimensione dei grandi, quelli con cui noi ci confrontiamo tipo Kettal e Manutti, giusto per fare due esempi. Casilda è un prodotto veramente innovativo, realizzato in acciaio inossidabile verniciato e con non so quante mila ore di test con la nebbia salina, con dei cuscini praticamente indistruttibili: un prodotto molto ricercato con linee morbide e semplici, frutto di tanta ricerca, con quel mood minimal che sta trionfando ovunque, ma ricco di materiali, dal travertino alla plastica, dal legno ai cotoni. Esteve ha creato tutto questo.

Pad Collection by Serio
Pad Collection by Serio

Il quarto giro di boa è all’orizzonte?
Direi proprio di sì, stiamo contattando altri progettisti con differenti stili e linee di pensiero nazionali e internazionali e tra i tanti c’è un francese che ci piace molto, ma di cui ovviamente non posso fare il nome.

Pasca Collection by Serio
Pasca Collection by Acerbis

Come possiamo ripartire la crescita dell’azienda?
Il fatturato della Talenti è distribuito 55% all’estero e 45% in Italia. Dal punto di vista della distribuzione in Italia abbiamo 350 clienti attivi che, giusto per qualificare il trade che ci siamo attentamente scelti, nel mese di agosto a prodotto insoluti per meno del 2%, un’inezia, per loro siamo un’azienda primaria e c’è rispetto reciproco. Il contract in Italia è in crescita ma segna ancora numeri piccoli ed è uno dei nostri obiettivi per il 2019.
All’estero invece il contract rappresenta il 40% del fatturato dell’export.
La crescita nel 2019 passerà anche attraverso un grande cambiamento che faremo a Dubai: a gennaio abbandoniamo il Design District (troppo fumo e poco arrosto) e andiamo alla Business Bay dove apriremo un nostro ufficio con uno showroom interno e una lussuosa lounge pensata per accogliere clienti di serie A1, quelli che frequentano quell’area che è anche sede di molte ambasciate.