L’hospitality è una vocazione

Nella tua esperienza di progettista di hotel che aspettative ha nei confronti di un evento come Downtown Design e la Dubai Design Week?
Le mie aspettative cambiano di anno in anno per eventi quali Downtown Design e Dubai Design Week. Sebbene questi eventi siano particolarmente apprezzati, questi incontri di idee tendono a creare molti dialoghi legati al clima dei mercati, fiducia e networking. Sono onorato di poter contribuire a queste osservazioni sul mercato del Hospitality e il Design, e quest’anno mi aspetto tanti dibattiti incentrati sul 2018 e l’arrivo di Expo. Woods Bagot continua a sostenere questi eventi essenziali per il calendario del design.

Il D3 è progressivamente cresciuto negli ultimi anni, alcuni importanti studi di architettura internazionali hanno aperto nuove filiali, come valuti tutto questo?
Come architetto, credo che la comunità in generale possa trarre vantaggio da un parterre di talenti del design che si impegna nella vita pubblica. D3 si presenta come uno spazio ben definito dedicato alla progettazione, è quindi naturale che i riflettori internazionali siano puntati su questo ente. Dubai, una città riconosciuta come globale a livello mondiale, gode dell’attenzione del mondo che ne esamina l’affascinante disegno in mostra. Tale maturazione del mercato del design locale è dovuta alla nascita di nuove imprese di architettura internazionali insieme a una design community già consolidata, che si impegna per distinguersi dalle soluzioni progettuali precedenti.

Il Made in Italy è sempre più presente, che ne pensi delle aziende italiane e il loro rapporto con la progettazione? Hai delle esperienze significative con qualcuna?
Woods Bagot investe considerevoli risorse nella ricerca di nuovi materiali, reti di distribuzione e impianti produttivi, in modo che i nostri clienti beneficino della intelligenza collettiva nata da questa ricerca. Le aziende italiane sono spesso multi-generazionali e appassionate quando si parla della qualità dei prodotti e il loro retaggio. Continuiamo a scoprire e stabilire nuovi rapporti con aziende manifatturiere italiane sulla base della qualità e del desiderio di competere in un’arena globale.

Come vedi il mercato dell’hospitality a Dubai e nel Golfo? Che progetti stai seguendo in questo momento? Qualcosa in arrivo?
L’ospitalità nel golfo continua a cambiare condizionata dalle forze di mercato che hanno un deciso impatto su di essa. Attualmente e nei prossimi 2-3 anni si vedrà un incremento di approcci orientati al mercato per conversioni o ristrutturazioni. Nuovi marchi entrano nel mercato e il portfolio globale di Woods Bagot continua ad attirare tali opportunità. Vediamo anche l’aumento dei progetti residenziali a lunga durata nei paesi dell’area. Mentre i mercati residenziali continuano a reinventarsi per mantenere il margine di mercato, vediamo maggiori influenze sugli investimenti di brand equity e l’attenzione verso la qualità dei prodotti conseguita attraverso le branded residences. Progetti come Marsa Al Arab – un’affascinante visione data la sua particolare attenzione al turismo familiare e alla zona di svago attorno a Burj Al Arab. Anche lo sviluppo di Marsa Al Seef è interessante dato il coinvolgimento della vecchia e nuova Dubai lungo tutta la zona tradizionale del torrente. Le aperture relativamente recenti degli hotel Woods Bagot, Al Naseem in Jumeirah e Hotel LaVille in Citywalk sono stati anche accolti come esempi di nuovi hotel Beach Resort e hotel urbani inspirati allo stile europeo. I progetti di ospitalità in corso continuano ad essere di tipologie affascinanti e diverse dal lusso alla fascia media, alle Biblioteche per l’Expo, sempre alla ricerca di reinvenzione dell’utilizzo attraverso l’ospitalità, il contesto e il luogo.