Museo Tirpitz, progettare per tracce

Questo gesto, tanto delicato quanto innovativo nasce dalla matita dello studio danese BIG – Bjarke Ingels Group, proprio accanto a uno dei più grandi e massicci bunker della Seconda Guerra Mondiale.
L’obiettivo di questo progetto che tanto si integra nel paesaggio, quasi scomparendo nel terreno, è quello di creare un netto contrasto tra le due strutture vicine che sono in opposizione per forma, materiali e intento e che sono collegate da un tunnel sotterraneo. “L’architettura di TIRPITZ è l’antitesi del bunker. Il pesante oggetto ermetico viene contrastato dalla leggerezza e accoglienza che distingue il museo. Le gallerie sono integrate nelle dune come un’oasi aperta sulla sabbia – un netto contrasto con il cemento della fortezza originaria” afferma Bjarke Ingels.

Esteso su una superficie di 2800 mq, con una previsione di 100.000 visitatori all’anno, si presenta con un nucleo centrale collegato ai quattro bracci che accolgono 3 musei (quello legato al bunker, uno dedicato all’ambra e quello storico chiamato histolarium) e uno spazio espositivo. Le quattro parti vivono in maniera indipendente uno dall’altra, ma nello stesso tempo sono comunicanti e formano un complesso unico che dall’alto assume una precisa forma geometrica.
L’intera struttura scavata nelle dune è pensata in vetro e acciaio, al livello più alto troviamo il Cafe e l’ingresso che si raggiunge attraverso una passerella in salita. Al livello più basso il foyer si colloca al centro delle quattro gallerie con spazi funzionali (toilets, guardaroba e depositi) per ciascuno dei quattro bracci.

Le esposizioni, curate dall’agenzia olandese Tinker Imagineers sono dedicate a mostre tematiche permanenti e temporanee.