Ora che la realizzazione dei tre Distretti Tematici che ospiteranno i 192 padiglioni delle partecipazioni nazionali è completata, vale la pena tratteggiare un quadro generale su Expo Dubai 2020 considerandone i numeri recentemente aggiornati su diversi fronti. Su un sito di 4,38 chilometri quadrati, di cui 2 per il perimetro recintato e 2,4 per le strutture di servizio con alloggi, magazzini, logistica, hotel, retail e un parco pubblico, saranno ospitati un totale di 200 partecipanti –  di cui 192 nazioni oltre a organizzazioni multilaterali e istituzioni economiche ed educative – e circa 300.000 persone al giorno; nei sei mesi di durata saranno impiegate fra 20.000 e 35.000 persone, con 30.000 volontari e 1.025 persone alle dirette dipendenze di Expo 2020 Dubai di cui 219 al di sotto dei 30 anni con 71 nazionalità rappresentate e il 50% di donne; fra ottobre 2020 e aprile 2021 sono attese 25 milioni di visite con una media di 150.000 visitatori al giorno, di cui il 70% dall’estero, per i quali saranno organizzati più di 60 eventi live in 173 giorni consecutivi e 200 punti di ristoro; si contano anche più di 38.000 fornitori da 151 paesi, e il 55,4% di contractor sono piccole e medie aziende.

Imponenti le cifre dei dati che caratterizzano l’architettura dell’Al Wasl Dome, la cupola che copre l’intera Al Wasl Plaza (724.000 metri cubici) con un diametro di 130 metri, un’altezza di 67,5 e un peso di 2.544 tonnellate, e che è stata realizzata da Cimolai Rimond e posizionata a settembre 2019 grazie a una complessa operazione ingegneristica.
L’intricata copertura a traliccio, costituita da 13,6 chilometri di acciaio, è una visualizzazione in 3D del logo della manifestazione e diventerà una superficie multimediale immersiva per proiezioni a 360 gradi visibili dall’esterno e dall’interno. 

La piazza, progettata da Adrian Smith + Gordon Gill Architecture come una grandiosa ‘urban room’, rappresenta il punto di incontro per le persone e il fulcro fisico/metaforico di Expo 2020, riprendendo non solo il nome antico di Dubai, che aveva il significato di ‘connessione’, ma anche il tema dell’Expo 2020, ‘Connecting Minds, Creating the Future’. 

 

Da qui si diramano i tre Thematic District, completati a maggio 2019, e dedicati ai tre grandi macrotemi dell’Expo, Opportunità, Mobilità, Sostenibilità. Progettati da Hopkins Architects secondo una conformazione a ‘petali’, e costruiti da Al Futtaim Construction, comprendono percorsi pubblici verdi e ombreggiati e 86 diverse architetture che accoglieranno i padiglioni nazionali, bar, ristoranti, negozi, spazi per performance, spettacoli e attività collettive.
Ogni ‘petalo’ è ancorato al padiglione tematico di riferimento ed è caratterizzato da diverse geometrie, colori e vegetazione organizzati secondo una spina centrale su cui sono distribuiti e connessi vie e spazi pubblici, giardini e cortili a tema, piante e flora indigene, fontane e palchi, aree per le attività collettive o per il riposo, oltre a strutture e sistemi di ombreggiamento, pannelli solari e dispositivi per la ritenzione di umidità.

Sono stati completati inoltre anche l’estensione della linea Route 2020 della metropolitana, che sarà in grado di trasportare 44.000 passeggeri in un’ora, i tre impianti della Dubai Electricity and Water Authority (DEWA) dedicati all’area dell’Expo, le infrastrutture per le telecomunicazioni, l’approvvigionamento idrico e i sistemi fognari, mentre cresce l’attesa per i singoli padiglioni nazionali e per i tre Thematic Pavilion, Opportunità, Mobilità, Sostenibilità, commissionati rispettivamente a BIG, Foster + Partner (in foto qui accanto) e Grimshaw Architects. A proposito di sostenibilità, tutte le strutture di Expo 2020 sarebbero progettate per ottenere la Certificazione Leed Gold, e realizzate all’interno di un masterplan  che prevede la conversione dell’80% delle strutture permanenti in una comunità mix used, che in futuro prenderà il nome di District 2020.