A home from home

Approccio olistico, coerenza, rispetto. È la cifra stilistica di Katie Earl e Emma Rayner, fondatrici dello studio N°12, che per il progetto residenziale Gasholders London, un antico gasometro eccellente esempio di archeologia industriale, ne hanno curato in toto il design d’interni. Ce ne parlano dal loro quartier generale londinese di Rufus Street

Avete ricevuto particolari input o vi è stata data carta bianca?
Solitamente i nostri brief partono da una valutazione dell’edificio, del luogo in cui si trova, delle necessità del cliente. Nel rispetto di questi elementi, siamo state libere di dirigerci verso ciò che ritenevamo più appropriato. Per Gasholders London, abbiamo scelto di concentrarci sull’incredibile valore storico e sulla connotazione nostalgica del gasometro per imbastire la nostra strategia di design. Quello che per noi è sempre fondamentale è sedersi a tavolino con gli architetti responsabili della struttura dentro la quale operiamo, amiamo lavorare a stretto contatto affinché gli interni dialoghino con l’architettura. In questo caso, abbiamo collaborato con Wilkinson Eyre Architects: abbiamo già vinto un RIBA award per questo progetto.

Quali processi creativi avete seguito?
Siamo partite da un’idea, un gruppo di informazioni, che poi si sono rivelate essere un concetto più robusto da cui abbiamo tratto ispirazione a piene mani. Sfidiamo sempre il team a dare validi motivi nella scelta di ogni materiale, tessuto o pezzo. Dire che qualcosa piace più di un’altra non è una ragione sufficiente nel processo creativo.

In che modo siete riuscite a combinare il forte carattere architetturale del gasometro con il lay out interno e con gli elementi d’arredo?
L’edificio è caratterizzato da toni raffinati ma semplici e da ampi spazi luminosi. Questo ci ha permesso di utilizzare arredi voluminosi dai colori pronunciati. Una chiave di lettura è stata per noi usare una palette desaturata che, senza fatica, si contestualizzasse con il panorama interno. Una cosa in cui crediamo fermamente è che l’interior design non debba mai competere con l’ambiente che lo ospita.

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Gasholders London, appartamento, interior design N°12, foto Tina Hillier.
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Gasholders London, appartamento, interior design N°12, foto Tina Hillier.
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Gasholders London, appartamento, interior design N°12, foto Tina Hillier

Qual è il leitmotiv?
La coerenza con la struttura. Volevamo essere sicure che i residenti percepissero l’edificio come un’estensione del loro appartamento: una casa da una casa, una carenza che ritroviamo in molti degli schemi di multi unità.

Qual è stata la difficoltà principale?
La sfida è stata lavorare con un assetto circolare dell’edificio. Una forma davvero insolita per pianificare dei mobili da inserire. È stata un’interessante opportunità considerare arredi che avvallassero la circolarità.

In che modo avete risolto il problema?
Non abbiamo lottato contro l’irregolarità di angoli e curve delle pareti, ma scelto pezzi che andassero bene con questi.

C’è un’area che avete amato arredare particolarmente?
Abbiamo amato ogni parte di Gasholders London. Anche se realizzare il cinema è stato davvero speciale: un gioiello nel cuore dell’edificio rivestito con pannelli perforati effetto scamosciato e una scala uniforme di neri, color verde ‘inchisotro di piovra’ e dettagli in ottone. Abbiamo appositamente disegnato le sedute in velluto nero.

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Gasholders London, cinema, interior design N°12, foto Tina Hillier.
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Gasholders London, business lounge, interior design N°12, foto Tina Hillier.

Il risultato finale incarna il vostro stile?
Decisamente, in ogni più piccola sfaccettatura, sin nell’essenza. Questo perché abbiamo avuto un tale controllo di ogni fase, e siamo responsabili di un volume di lavoro enorme. È un progetto molto vicino ai nostri cuori e siamo orgogliose di farne parte. L’edificio è davvero una summa del nostro approccio progettuale.

Come vanno d’accordo i rispettivi gusti estetici personali nel vostro lavoro?
Ognuna di noi ha il proprio stile personale, ma si allinea quando immaginiamo gli interni che dobbiamo progettare. È davvero raro non essere d’accordo durante il processo creativo. Abbiamo lavorato tanti anni in studi diversi e l’esperienza ci porta a fondere un background fatto di lusso tradizionale con metodo contemporaneo.

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Gasholders London, roof, interior design N°12, foto Tina Hillier.