L’Intelligenza Artificiale? È uno specchio

Dopo 20 anni, lo studio Dotdotdot torna al Fuorisalone con un’installazione che riflette sull’AI

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Si chiama “Data Bugs – AI is a mirror” l’installazione interattiva che lo studio di Interaction Design Dotdotdot propone al Fuorisalone, dal 15 al 21 aprile presso il nuovo spazio in via Tertulliano 70 (ingresso al civico 68) a Milano: in un universo immaginario popolato da insetti, i visitatori sono invitati a esplorare due scenari dove rappresentazione e semplificazione sono due facce della stessa medaglia. Il motivo della pervasività trasversale dell’Intelligenza Artificiale è la sua capacità di vagliare e analizzare miliardi di informazioni in frazioni di tempo con enormi ripercussioni sulla nostra quotidianità; si fa sempre più urgente la necessità di capire i processi di calcolo e come, da una serie di input, vengono generati output talvolta “inaspettati”, chiamati non a caso “allucinazioni”. 

Con “Data Bugs – AI is a mirror”, Dotdotdot propone una riflessione sulle responsabilità che come esseri umani abbiamo nel fornire dati e allenare una tecnologia che sta rivoluzionando le nostre vite simulando il pensiero umano.”L’intelligenza artificiale è un ambito applicativo e di ricerca sul quale Dotdotdot sta sperimentando da diversi anni”, spiega Alessandro Masserdotti, co-founder e CTO di Dotdotdot. “Con questo progetto, abbiamo scelto di approfondire il filone dell’Explainable AI (XAI) per restituire ai visitatori un’esperienza immersiva emozionale che permette di visualizzare il modo in cui i modelli di apprendimento automatico (Machine Learning) prendono decisioni e generano output, per far luce e riflettere sulle implicazioni che questo comporta sulla nostra società”.

Fondato nel 2004 da Laura Dellamotta (architetto), Giovanna Gardi (architetto), Alessandro Masserdotti (filosofo e interaction designer) e Fabrizio Pignoloni (designer), Dotdotdot è stato tra i primi studi in Italia a occuparsi di Interaction Design ovvero del rapporto tra persone, spazi, tecnologie e macchine, sperimentando forme di allestimento visivo e sonoro per creare esperienze uniche per il pubblico. Nel 2014, ha creato OpenDot: uno spazio aperto alla città, un Fab Lab dedicato alla prototipazione rapida, diventato nell’arco di dieci anni un centro di ricerca e innovazione sociale.