NFT: cosa sono e come cambieranno, forse, il mondo del design

Dopo arte e moda, anche il settore del design comincia a muovere i primi passi tra blockchain e “gettoni di proprietà digitale”, che stanno letteralmente rivoluzionando la realtà, non solo virtuale. Qui vi spieghiamo in che modo, e perché

Collezione NFT by Nemo Lighting
Collezione NFT by Nemo Lighting

Il primato, per ora, spetta all’artista americano Beeple, che ha battuto all’asta la sua opera The Last 5000 Days per oltre 69 milioni di dollari. La particolarità? La sua è un’opera che “non esiste”, realizzata unicamente in digitale e che è stata esposta per la prima volta in un museo virtuale nel metaverso, dal collezionista di Singapore che l’ha acquistata.
Benvenuti nel mondo (ir)reale – e per qualcuno ancora piuttosto “surreale” – degli NFT, ossia certificati di proprietà di beni non tangibili, realizzati soltanto in digitale.

La sigla NFT sta per “Non-Fungible Token”, che in italiano vuol dire gettone digitale non riproducibile. Significa che quando un’opera o un bene vengono venduti, come nel caso di cui sopra, a essi viene assegnata una paternità/proprietà che rimane unica e irripetibile. Mentre l’opera, essendo digitale, è riproducibile infinite volte.
È il concetto di “arte collettiva” sviluppato al massimo, e diventato ormai protagonista di un mondo virtuale sempre più “sconnesso” da quello reale.

Parole come “blockchain” e “criptovalute” sono ormai familiari a moltissime persone e presto saremo tutti più o meno travolti dal progetto Meta di Zuckerberg: una nuova realtà virtuale, immersiva e totalizzante, a cui accedere tramite computer, visori e occhialini. E in cui replicare la quasi totalità delle attività e interazioni umane.

E se il mondo dell’arte, come anche quello della moda, sono già avanti nel processo di integrazione reale/virtuale, il settore del design comincia a muovere i suoi primi passi nell’NFT solo adesso: all’ultima edizione di Design Miami, per esempio, le opere di cinque artisti sono state battute all’asta online su OpenSea e, in Italia, lo scorso giugno, la casa d’aste Cambi ha promosso un’asta di NFT con 18 artisti.
Ma certo il caso più eclatante rimane quello della poltrona Hortensia Chair, ideata in formato NFT dall’argentino Andrés Reisinger e poi realizzata
“materialmente” da Moooi.

Pioniera dell’universo “non tangibile”, la storica azienda italiana di illuminazione Nemo Lighting ha appena lanciato una collezione di opere digitali realizzate dal Digital Art Designer Luca Baldocchi di SodlabStudio, specializzato in progetti 3D.
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Ci siamo resi conto che gli NFT sono un nuovo strumento di comunicazione molto potente, con dinamiche opposte al mondo attuale – ha dichiarato Federico Palazzari, CEO di Nemo Lighting – Attraverso un NFT, che vediamo come un involucro, si possono scambiare dati con utenti, clienti, follower; e questi dati possono essere anche regali, promozioni, che vengono veicolate attraverso un canale sicuro».
Questo perché le Blockchain a cui si appoggiano gli NFT sono catene di informazioni e transazioni codificate e protette, un enorme database pressoché inviolabile, che per l’azienda di Lentate sul Seveso (MB) è paragonabile a un certificato di proprietà, che incorpora i diritti di un disegno o uno schizzo legato a un prodotto della collezione, in modo verificato e controllato.

Intanto, nel Metaverso sta già esplodendo il mercato immobiliare (ebbene sì): secondo un rapporto dell’agenzia Metametric Solutions, il settore ha raggiunto un valore di 500 milioni di dollari nel 2021 e si appresta a raddoppiare la cifra entro la fine del 2022.

Questo cosa significa per l’arredamento e il design? Significa che se sempre più persone acquisteranno case nel mondo virtuale, poi saranno interessate anche a “riempire” i propri spazi e, perché no, a partecipare a fiere e mostre di settore. Senza muoversi da casa, ovviamente.