Immersa in un campo di lavanda, rose e ulivi, e ispirata allo stile dell’architettura provenzale, la Rose House è da qualche tempo aperta al pubblico dopo un intervento rigenerativo degli architetti Lucie Niney e Thibault Marca, che hanno mantenuto la struttura e la superficie dell’edificio originale. Sorprende tuttavia da subito il colore rosa intenso monocromatico, per esterni e interni, e l’ingresso circolare a forma di “Ô” di Lancôme.
Nella tenuta di 4 ettari, certificata Ecocert, Lancôme adotta metodi di agricoltura biologica a policoltura per la coltivazione rigenerativa di una decina di piante da profumo, tra cui il gelsomino, l’iris, la tuberosa e la Rosa Centifolia. Con oltre 250 specie di flora e fauna presenti nella tenuta (fonte: inventari LPO 2021), il ‘domaine’ è anche dedicato all’innovazione e alla tutela della biodiversità.
Conferma la vocazione di Lancôme alla tutela del paesaggio e della natura l’approccio progettuale adottato per Rose House, che è stata costruita secondo i principi di un’architettura bioclimatica passiva utilizzando paglia di lavanda e di riso della Camargue come isolanti per pareti e tetto, pompa di calore geotermica, materiali locali, riciclati, di origine biologica e artigianali, e il massimo di luce naturale oltre a un sistema di irrigazione autosufficiente per il 90% del fabbisogno.
L’organo da profumiere è stato creato dall’Atelier Gohard, storica manifattura responsabile della doratura di monumenti storici come il Castello di Versailles o il Museo del Louvre, mentre la distilleria è stata interrata per garantire inerzia termica e completamente integrata nella rete di muri di contenimento a secco, per fondersi col paesaggio naturale.
Photo © Laziz Hamani, Bruno Vacherand Denand, Passage Citron, courtesy of Lancôme