Piuarch: il progetto ha sempre a che fare con il luogo

Per lo studio di architettura milanese l’analisi del contesto è un aspetto fondamentale, punto di partenza di tutti gli interventi di rigenerazione urbana portati a termine in oltre due decenni di attività

Piuarch studio, Milano

Un orto sul tetto, nel centro di Milano, proprio nel cuore di Brera. Un percorso che si snoda tra le vasche di terra coltivate e fiorite. Architetti in riunione sui grandi tavoli all’aperto, altri che semplicemente condividono un caffè e altri ancora che scendono nella cucina collettiva con i frutti del raccolto. Gli uffici dello studio Piuarch sono un luogo di condivisione, ma anche uno strumento di autoproduzione alimentare: un progetto di rigenerazione di spazi inutilizzati che è un’ottima sintesi del loro approccio alla progettazione architettonica e urbanistica. Perché Piùarch è questo. Ovviamente su un’altra scala, con altre latitudini e con altri committenti che non siano loro stessi, ma lo studio di progettazione fondato nel 1996 da Francesco Fresa, Germán Fuenmayor, Gino Garbellini e Monica Tricario si muove sempre accogliendo la sfida di migliorare la città, la vita dei suoi abitanti e le condizioni del vivere insieme, attraverso progetti che spaziano dagli uffici, al retail, all’hospitality sino allo sviluppo di complessi residenziali e interventi di recupero e di rigenerazione su scala urbana.

G. Fuenmayor, M. Tricario, F. Fresa, G. Garbellini
Piuarch studio, Milano

I soci fondatori condividono una lunga esperienza all’interno dello studio di Vittorio Gregotti, l’architetto che, tra i tanti progetti, ha disegnato, tra la fine degli anni Ottanta e i primi anni Novanta, il quartiere della Bicocca. «Da Gregotti abbiamo sicuramente imparato a guardarci intorno, a cercare una relazione con le persone, con la cultura, con i materiali del luogo che caratterizzano il contesto in cui si interviene», racconta Monica Tricario. «Il progetto non è solo un gesto formale, ma il risultato di alcuni vincoli, che per noi non rappresentano limiti, ma occasioni di riflessione».

Porta Nuova Building

Il progetto che li ha fatti conoscere, rendendoli riconoscibili a un pubblico più ampio è stato Porta Nuova Building, in piazza Gae Aulenti, un edificio basso che si rapporta al contesto degli edifici adiacenti, completato nel 2013. Quella di piazza Gae Aulenti è stata una delle prime aree interessate da un processo importante di riconfigurazione urbana. «Abbiamo vinto un concorso che prevedeva la costruzione di edifici alti», ricorda Monica Tricario, «invece noi abbiamo proposto, viceversa, degli edifici bassi, proprio alla fine di Corso Como. Questo ragionamento è stato quello che ha convinto la giuria e ci ha fatto vincere il concorso».

Gucci Hub Photo © Giovanni Hanninen

Anche la moda è stata per lo studio un committente importante. Da un lato, l’edificio produttivo di Fendi a Bagno a Ripoli, in provincia di Firenze, un’architettura mimetica in forte dialogo con la natura circostante. Dall’altro progetti che confermano l’attenzione dello studio alla tematica del riuso e della conversione degli edifici preesistenti, come lo spazio polivalente di Dolce&Gabbana, nell’ex sala cinematografica Metropol, a Milano, e la sede per uffici e lo showroom sempre di Dolce&Gabbana, in via Broggi. O ancora, il Gucci Hub, nuovo quartier generale del brand, che s’inserisce nel più ampio progetto di riqualificazione dell’intero distretto di via Mecenate a Milano, e la riqualificazione del complesso che ospitava la Manifattura Tabacchi di Firenze.

Piuarch, Fendi Factory«È cambiata la prospettiva negli ultimi anni: è necessario reintegrare luoghi che possono essere recuperati», spiega Tricario. «La ristrutturazione in sè non è sufficiente per la riattivazione di un luogo, sono necessarie una serie di attivazioni». Questo approccio è evidente nel progetto BiM, dove Piuarch è intervenuto sul complesso realizzato da Gregotti in Bicocca. Se è possibile vedere un limite a quel progetto, è il fatto che gli edifici restano chiusi in se stessi, senza attività, che portino le persone all’interno dell’edificio. Sono tutti a corti, ma nelle corti non succede niente. Piuarch ha aperto il piano terra, rendendo l’edificio trasparente, in modo che fosse attrattivo dall’esterno, insistendo nella direzione di un’architettura in cui sempre più gli edifici sono permeabili alla città.

Piuarch, BiM

Allo stesso modo, nel progetto Mind, che sorgerà nell’area di Expo e all’interno del quale Piuarch firma un edificio per uffici, Zenith, e la nuova sede della Fondazione Human Technopole, gli edifici del piano terra saranno permeabili, e questo permetterà di eliminare confini tra residenziale/non residenziale, pubblico/privato, che oggi non hanno più senso di esistere. In questo modo, la città vive anche quando gli edifici – che hanno una funzionalità durante il giorno – sono chiusi, scongiurando l’effetto dei quartieri terziari dove la sera non c’è nessuno.

Piuarch, BiM

L’aspetto della condivisione torna anche nel progetto Human Technopol, il nuovo campus per la ricerca medica di Milano che sorgerà nell’ambito di MIND, che Piuarch si è aggiudicato vincendo un concorso nel 2020. Si tratta grande spazio comune esterno attrezzato, che entra nell’edificio e ha al suo interno un grande vuoto in cui si snoda un sistema di rampe verticali di risalite ai vari piani per accedere a uffici e laboratori. Non si tratta però semplicemente di rampe e di scale, ma di un sistema in cui le persone s’incontrano, stanno, parlano, si confrontano e passano il tempo; un luogo importante, che dà valore all’edificio e alla vita delle persone che vivono al suo interno.

Piuarch, Human Technopole Campus

Anche il progetto per la nuova sede di Snam si fonda sul concetto di rigenerazione. «È un progetto molto rappresentativo per Snam», continua Monica Tricario, «l’azienda, che si trasferisce a Milano, vuole che la sede sia rappresentativa dal punto di vista estetico, ma anche migliorativa per la vita delle persone vi lavorano. Sarà un edificio aperto sulla città, quindi trasparente, con funzioni comuni per i momenti di pausa e le sale riunioni, per la parte informale del lavoro che è in un piano centrale a sbalzo: un grande spazio verde in cui ci sono tutte le attività in cui le persone possono scambiare idee e opinioni, mangiare insieme, fare riunioni informali».

Piuarch_Snam headquarter
Piuarch_Snam headquarter

La lettura di una società in continua evoluzione è la cifra che distingue lo studio Piuarch e mantiene sempre attuali i progetti su cui lavora.