Mamula Island, Montenegro
Mamula Island, Montenegro
DATA SHEET

Owner: OHM Mamula Montenegro, Orascom Development Holding
Hotel operator: Orascom Hotel Management
Architectural design: Miguel Cancio Martins – MCM
Interior design: weStudio, Piotr Wisniewski
Furnishings: Roda, Gubi, Menu Space
Lightings: Flos, Santa&Cole, Gubi
Photo credits: courtesy weStudio & Design Hotels

Per definizione, le terre abbandonate sono un tempo appartenute a qualcuno. E anche se cadute in disuso, su di esse, può gravare un’ombra lunga lasciata dall’uomo che perdura per anni, decenni, secoli. In uno degli scenari naturali più belli al mondo, quello della regione delle Bocche di Cattaro – principale porta d’ingresso del turismo montenegrino – l’isolotto di Mamula ha attratto per molto tempo i turisti più curiosi per la fortezza malridotta, ma assai imponente ed evocativa, posta su di essa. Originariamente costruita come parte di un sistema difensivo del golfo per volere del generale austriaco Lazar Mamula (metà XIX sec.), da cui prende il nome, poi trasformata in campo di prigionia durante la seconda guerra mondiale.

Oggi l’isola e la fortezza di Mamula, diventate nel frattempo patrimonio mondiale dell’UNESCO, esplorano le possibilità di una rivalutazione turistica preziosa per il territorio, che possa affrancarle dall’ingombrante retaggio fascista e ri-aprirle, invece, a un orizzonte di riscatto e riassegnazione simbolica con la realizzazione di un lussuoso complesso ricettivo.

Lo studio di Lisbona MCM, alla guida del progetto di restauro architettonico, ha riportato in primo piano la bellezza originaria dell’edificio austro-ungarico, mentre il berlinese weStudio ha riprogettato gli interni con approccio olistico. Il resort dispone di 10 camere, 14 junior suite e 8 suite; servizi che includono tre ristoranti, un lussuoso centro benessere ricavato nell’ex torre della fortezza, tre piscine di acqua dolce e salata e una spiaggia attrezzata. Tutto ovviamente circondato da mare e cielo.

Nel progetto di weStudio sono rintracciabili diversi riferimenti culturali che spaziano dall’eredità dei mestieri artigianali locali, come la ceramica e le tradizionali tecniche di falegnameria dei mobili, allo stile minimalista di metà secolo e alle belle arti astratte.

L’essenza sofisticata dei materiali scelti – pietra naturale, ottone invecchiato, rovere massiccio e tessuti organici – si rifanno al carattere primigenio dell’isola e alle cromie di un paesaggio ancora palpitante, senza rinunciare al contrasto con le soluzioni più moderne di design e qualche inserzione di arte contemporanea. Sebbene la maggior parte degli arredi sia su misura, nelle camere e negli spazi comuni si trovano infatti anche lampade, sedie e pezzi lounge selezionati di Gubi, Roda, Santa&Cole, Flos e Menu

Fil rouge del progetto complessivo, che ritorna costante in ogni ambiente, è il motivo dell’arco. Simbolo di rinnovamento e apertura, nella mitologia antica associato ai passaggi spazio-temporali, questo elemento è stato ricreato in tutti gli spazi interni e ha rappresentato anche il punto di partenza per la linea di mobili geometrici su misura realizzati da weStudio.