Quando la creatività è mistero e autenticità

Genos è un nuovo collettivo di creativi che dà forma alla contemporaneità in opere che sconfinano tra arte e design, perseguendo una forma di progettualità libera e autentica

Genos Paking
Genos Paking

Non sappiamo chi sono, non conosciamo i loro volti né i loro nomi. Intercettarli è una vera sfida – che abbiamo potuto realizzare unicamente attraverso una chat di WhatsApp. Ma è proprio questo mistero che rende ancora più affascinante la loro realtà così come le loro creazioni, che vanno ben oltre i confini del design per entrare pienamente nel più sfumato campo dell’arte. Si sono ribattezzati Monade n.6, Monade n.8, Monade n.22, Monade n.500, e Monade n.11 (che è il fondatore), ma queste presenze eteree sono molte, molte di più. Insieme formano il collettivo Genos che ha da poco debuttato sulla scena milanese con la sua prima collezione, Edition One, e un’installazione site specific presso Spazio Fonte.

Sembra apparso dal nulla e in questo limbo permane, tra la realtà fisica e quella sconfinata quanto intangibile dell’immaginazione. Per questo fin dal suo esordio Genos ha catturato l’attenzione del pubblico con un fascino magnetico. Genos è una voce fuori dal coro, controcorrente, quasi rivoluzionaria: parlano le opere – e non gli autori, le cui identità non vengono mai rivelate e si mostrano come una sola voce, collettiva. Opere che sono frutto di una creatività autentica, slegata da qualsiasi utilità o finalità se non come pura espressione dell’interiorità e del pensiero di chi le ha generate. «Ci piace concentrarci su quanto disegniamo e invitiamo così tutti a osservare gli oggetti, non i personaggi che vi stanno dietro – mi spiega in chat Monade n.11 – Riveliamo però qualcosa di noi in ogni pezzo, ognuno a modo suo: ogni creazione descrive bene chi l’ha disegnata e che cosa vorrebbe trasmettere».

La pluralità delle singole componenti emerge qui, nel risultato progettuale: prodotti eterogenei, riflesso del background differente di ogni Monade, e che sorprendermene si trova una perfetta complementarità nell’ideologia che li guida. Complice anche un’amicizia che li lega da molto tempo – unico dettaglio “personale” che siamo riusciti a strappare. «Alcuni di noi fanno questo mestiere da una vita, altri da meno, ma c’è anche chi fa assolutamente altro. Il design è però un ottimo canale con cui comunicare, quindi ha attratto molti di noi in questa iniziativa che abbraccia discipline, temi, interessi multipli, come tante componenti di un puzzle».

A comporre la prima collezione, Edition One, ci sono quindi attente riflessioni sulla società contemporanea che prendono forma in pezzi unici. Come la sedia “How Dare You” nata dalla consapevolezza che ogni individuo ha una multipersonalità; c’è il coffee table “Scattered Minds”, un invito a cogliere i difetti e, invece che semplicemente accettarli, a trovarne i vantaggi; c’è lo specchio “Objects in the Mirror Are Closer Than They Appear”, un autoritratto delle Monadi di Genos, visibile tra le ombre dei riflessi. E ancora, il coffee table “Post Humanity” che nasce dall’osservazione delle strade di Milano: la superficie del tavolo ricorda l’asfalto che porta i segni indistinti di chi l ’ha calpestato, e quindi di umanità, e lo sgabello “Future”, realizzato in pietra: un simbolo del nuovo che rompe il passato.

L’osservazione del mondo ha guidato Genos in questo percorso di sperimentazione e artisticità, dove prevale il significato all’estetica, che arriva in un secondo momento. «Nessuno di noi è indifferente a quanto accade nel mondo ogni giorno. Sappiamo bene che le persone possono cavarsela senza una sedia o un tavolino, ma noi speriamo che le nostre creazioni possano servire a qualcosa». All’interno di una cornice domestica, come elemento di arredo o come mezzo di riflessione.

Edition One è stata presentata all’interno di Spazio Ponte con un’installazione che replica l’ambientazione di un parcheggio sotterraneo, dove i vari elementi della collezione sono esposti come automobili parcheggiate. Il progetto grafico l’identità visiva di Genos invece sono stati sviluppati da Studio Temp.

Ph credits: Piercarlo Quecchia DSL Studio