Vertigo, nhow hotel, Milan
Vertigo, nhow hotel, Milan
DATA SHEET

Client: Finanziaria Internazionale Investments SGR
Main Contractor: SMV Costruzioni
Contractor for pools: Myrtha Pools, Castiglione delle Stiviere, Mantua
Architecture: Park Associati
Outdoor pavements: Gruppo Romani
Mosaics: Appiani
Glass and fine carpentry: Vetreria Busnelli
Photo credits: Nicola Colella – Park Associati; Melania Dalle Grave and Alessandro Saletta, DSL Studio

Ebbrezza, stordimento, in una parola vertigine. È l’effetto espressamente richiesto dalla committenza agli architetti di Park Associati per la rigenerazione della terrazza dell’hotel nhow, a Milano. Situato nel distretto del Design di Zona Tortona, connotato da un forte carattere industriale, è stato necessario tenere conto del contesto urbano in cui il progetto si radicava, e precisamente l’ex complesso della General Electric risalente agli anni ’20. Lo studio ha cominciato dai macro elementi dell’impianto di produzione di turbine elettriche, lavorando sui volumi, sui pieni e sui vuoti, sul rapporto tra concavo e convesso, fornendo un’interpretazione in chiave contemporanea della parte più alta dell’edificio, da anni tramutato in hotel.

“Il progetto ragiona sui contrasti tra le proporzioni dei diversi elementi – racconta Alessandro Rossi, Associato e Project Director di Park Associati –. Alcuni vengono portati a dimensioni riconducibili a una scala gigante, altri ridotti e rielaborati a dimensioni minute e microscopiche. I primi esaltano la memoria dell’architettura industriale del sito, i secondi, stridendo nel verso opposto, aumentano la lettura ludica dell’intervento”.

Il nuovo aspetto del neo-nato Vertigo cocktails&pool ha un forte impatto cromatico e percettivo, per essere nuova inedita meta di serate glamour milanesi. Tre piscine offrono una scenografia suggestiva: una principale, pensata completamente in aggetto rispetto al filo dell’edificio, e due circolari più piccole che fungono da specchi d’acqua e, all’occorrenza. possono essere svuotate, prestandosi a funzioni e configurazioni diverse, quando il terrazzo da solarium diventa spazio per eventi, aperitivi, sfilate o altro.

“L’acqua si manifesta come un vero e proprio materiale architettonico – continua Rossi –. Viene perciò rapportato agli altri elementi progettuali lavorando sulle proprie caratteristiche di riflessione e rifrazione della luce incidente, esaltando ciò che la differenzia da tutti gli altri materiali dell’intervento: un vivo, dolce e vibrante movimento perenne”.

C’è poi una forte presenza cromatica, con toni accesi alternati a quelli più pacati delle texture delle superfici che conferiscono un’impronta artistica-grafica, come conferma lo stesso Alessandro Rossi: “La tavola cromatica del progetto, volutamente esasperata dalla volontà di ottenere il contrasto, evolve fluida. Manipolata dal variare della luce naturale, resa discontinua dalle ombre nette riportate dagli elementi giganti verticali, si nutre poi dello sfumare dalla luce del crepuscolo, fino alla luce artificiale. Colori e luci sempre in movimento per le riflessioni dell’acqua, degli acciai e degli elementi vetrati”.