La luce come elemento di innovazione sociale è la vision di iGuzzini, azienda nata nel 1959 e dal 2019 parte del Gruppo Fagerhult. Negli ultimi tre decenni iGuzzini si è focalizzata sulla luce per l’architettura coinvolgendo grandi designer (Renzo Piano, Gae Aulenti, Michele De Lucchi, Alfonso Femia, Jean Michel Wilmotte, Ron Arad…) che hanno sviluppato insieme all’azienda un concetto di design ad alto valore tecnologico al servizio dei progettisti, dove la performance luminosa e la miniaturizzazione di apparecchi e ottiche sono requisiti fondamentali.

Per rispondere a queste sfide, l’azienda italiana disegna e produce in house ottiche che costruiscono architetture di luce sorprendenti. Ma non basta. «I nuovi sistemi di illuminazione di iG vogliono fare la differenza in termini di benessere per l’uomo e il pianeta», dice Simone Poeta, specialista del dipartimento Connectivity dell’azienda coordinato da Antonio Levantesi.


«Attraverso la connettività e i sistemi di controllo è possibile essere più sostenibili ed efficaci», prosegue Poeta. «Oggi l’illuminazione è ormai tutta a Led, tecnologia che permette già un buon risparmio energetico. Attraverso il potenziamento dei sistemi di controllo, secondo uno studio che abbiamo commissionato al Politecnico di Milano, si potrebbe risparmiare un ulteriore 50-70%. Oggi, questo è possibile attraverso i nostri nuovi prodotti come il Light Shed 14 con sensori integrati e controllo bluetooth, semplicemente gestibile da smartphone. Questi sistemi sono, per esempio, in grado di registrare la presenza di persone nei vari ambienti di lavoro e contract, e i loro spostamenti, e di modulare l’intensità della luce secondo il bisogno».

La stessa tecnologia può essere utilizzata su strade, piste ciclabili e aree pedonali, dove il movimento viene registrato e i lampioni si accendono anticipando il passaggio di persone, biciclette e veicoli (e spegnendosi subito dopo); nei negozi e nei musei, illuminando i punti di interesse in sequenza, attraverso il controllo di una app.

«Abbiamo messo a punto una nostra app, Jiminy», continua Poeta, «che, attraverso il cloud, è in grado di emettere notifiche. I servizi possibili sono molti e differenziati: basti, per esempio, pensare all’utilizzo in ospedale per monitorare in tempo reale macchinari salvavita portatili».

Tanto impegno si traduce anche in realtà aziendale: nel headquarter di Recanati il terzo piano, originariamente riservato agli uffici direzionali ed executive, è stato trasformato nel nuovo Lighthinking Space progettato da APML Architetti, un grande spazio polifunzionale di 400 mq pensato per la socialità e il lavoro, aperto a tutta la community iGuzzini.

«Abbiamo immaginato Lighthinking Space come un manifesto tangibile della visione strategica di iGuzzini, con l’intento di comunicare alla nostra community – dipendenti, professionisti, fornitori, clienti, partner – i driver su cui si basa la crescita e soprattutto i cinque valori che devono guidarla, che proprio per questo abbiamo scelto come marker delle aree interne», ha dichiarato Cristiano Venturini, CEO iGuzzini.


«In questo spazio aperto, trasparente e professionale tutti devono poter essere liberi di esprimersi e interagire in maniera rispettosa e umana, per condividere codici e metodi sentendosi parte di una collettività e contribuendo in maniera attiva al percorso aziendale».

Prodotti tecnologici che si traducono nella collezione Living Vibes attinge al patrimonio di cultura, ricerca e sperimentazione ingegneristica di iGuzzini: Libera, Allure, BeTwo e Whisper, le novità di quest’anno, portano il design della luce professionale all’interno degli spazi living e hospitality. Il lavoro progettuale ha l’obiettivo di rivoluzionare il concetto di luce, di tradurre comfort visivo e ottiche innovative secondo le esigenze di ogni scenario abitativo, pubblico o privato. Tutto questo attraverso innovazione e brevetti in termini di ottica e di tecnologia che migliorano in ogni senso le prestazioni illuminotecniche e energetiche.

L’azienda non tradisce la sua storia: nel 2022 iGuzzini ha presentato Italian Echoes, una collezione di riedizioni storiche che attinge al grande archivio del brand per celebrare il design italiano degli ultimi sessant’anni. Progetti che rientrano in produzione aggiornati con fonti luminose più sostenibili e materiali contemporanei: Zurigo di Luigi Massoni (1966); Polsino di Gio Ponti (1968); Nitia di Rodolfo Bonetto (1971); Sorella di Harvey, 1972). Pezzi d’autore ai quali quest’anno si aggiunge Clan, design Harvey (1968).