Arthur Arbesser: dalla moda al design

Viennese, studi a Londra e collaborazioni con Armani, Iceberg e Fay, ha una sua linea di tablewear e firma progetti di design d’alta qualità

Arthur Arbesser
Arthur Arbesser

Arthur Arbesser, classe ’83, è quello che si dice uno spirito creativo a tutto tondo. Viennese di nascita e di formazione, da 12 anni vive e lavora a Milano, ma ha trascorso lunghi periodi a Londra dove si è diplomato alla Central Saint Martins, la prestigiosa università delle arti britannica.

Eclettico e visionario, la sua attività spazia dalla moda, all’arredamento, al teatro. «Per una mente creativa e curiosa è inevitabile che le barriere tra le diverse discipline artistiche svaniscano e si vada alla ricerca di nuovi orizzonti», dice. «La mia costante dedizione alle stampe nel mondo fashion ha naturalmente aperto le porte all’applicazione di queste visioni grafiche su tappeti, tessuti d’arredo e superfici laminate».

Pemo by Abet Laminati, Arthur Arbesser
Pemo by Abet Laminati, Arthur Arbesser

A Milano, subito dopo la laurea, lavora per sette anni per Giorgio Armani. Nel 2013 presenta la sua prima collezione di abbigliamento e nel 2015 succede ad Alexis Martial come direttore creativo di Iceberg; dal 2017 è direttore creativo di Fay. Intanto insegna Design della moda allo Iuav di Venezia e sviluppa un modello di occhiali senza montatura per Silhouette. Questo per quanto riguarda il mondo fashion.

Nel design, il suo lavoro è colorato e con rimandi geometrici, preferisce la linearità, il rigore formale e gli ornamenti che rimandano all’architettura e all’arte della sua città natale, all’Art Nouveau, alla Wiener Werkstätte, a Gustav Klimt, Egon Schiele, Oskar Kokoschka, Koloman Moser e Otto Wagner.

Flowers by Wittmann, design Arthur Arbesser
Flowers by Wittmann, design Arthur Arbesser

Il suo debutto nel mondo del design è del 2022, quando propone la sua prima collezione tablewear: tovaglie e tessili per vestire la tavola, e che lo riporta ai suoi ricordi d’infanzia quando la madre, farmacista, poneva particolare cura alla mise en place, usando tanti fiori, colori e fantasia.

Lo stesso anno inizia a collaborare con il marchio austriaco di tessili di alta gamma Wittmann che, a sua volta, lavora a stretto contatto con lo storico brand italiano Rubelli: nasce Flowers, giocoso e floreale, su disegni a mano del creativo, a cui si affianca quest’anno la Icona Fabric Collection.

Radici at Salone del Mobile.Milano 2023, design Arthur Arbesser
Radici at Salone del Mobile.Milano 2023, design Arthur Arbesser

Durante la Milano Design Week, quest’anno Arbesser è stato protagonista di due progetti. Il primo con due collezioni di rivestimenti tessili per pavimenti ideate per il nuovo brand Radici e presentate al Salone del Mobile.Milano: Tartan Doodles, ispirato al famoso pattern scozzese ma rivisitato da “scarabocchi” (in inglese doodles) e Sponge, una sorta di scacchiera black&white “mossa” da un effetto spugnato.

Il secondo riguarda l’esposizione presso la Galleria Oxilia di una riedizione della sedia Pemo presentata dal designer lo scorso anno presso Triennale Milano insieme ad Abet Laminati e riproposta a righe in nove varianti di colore. Per ogni colore vengono prodotti solo due esemplari.

Pemo by Abet Laminati, Arthur Arbesser
Pemo by Abet Laminati, Arthur Arbesser

Sempre in occasione della Design Week, Arbesser è stato scelto per Ten, installazione realizzata dal brand Gubi e curata da Marco Sammicheli, curatore per il settore design, moda e artigianato di Triennale Milano e direttore del Museo del Design Italiano, per celebrare i dieci anni di Beetle, seduta disegnata da Gamfratesi: dieci designer erano chiamati a reinterpretare questo progetto. Arbesser ha presentatoOca Chair“, omaggio al defunto maestro del design italiano, Enzo Mari. Arbesser ha trasformato la seduta e lo schienale di Beetle nel becco di un’oca, mentre la base fa riferimento al panettone di cemento di Mari disperso in tutto il Paesaggio urbano di Milano.

Oca Chair by Arthur Arbesser
Oca Chair by Arthur Arbesser

Premiato al concorso “Who Is On Next” di Vogue Italia nel 2013 e nominato come finalista al Prix LVMH nel 2015, il progettista ha sempre inseguito un’altra passione: quella per il teatro, nata ai tempi dell’università quando con un amico assisteva anche a tre spettacoli a settimana. Ha realizzato costumi per balletto e opera per teatri come il Wiener Staatsoper, Staatsoper Berlin, Bayerische Staatsoper (Monaco di Baviera) e Teatro Valli (Reggio Emilia).

Nel 2018, Arbesser è stato invitato dalla Wiener Philarmoniker a disegnare i costumi per gli intermezzi di balletto al Concerto di Capodanno 2019. Trasmesso in 95 paesi, solitamente raggiunge 50 milioni di spettatori in tutto il mondo. I predecessori di Arbesser in questo ruolo includono Vivienne Westwood e Valentino Garavani.