Troni contemporanei

Sedute come troni, protagoniste dell’esposizione di Downtown + a Parigi, nella cornice dell’Hôtel de Guise

Trônes by Downtown + - Photo © Michael Brunn
Trônes by Downtown + - Photo © Michael Brunn

Chi non prova quella sensazione, seduti sulla poltrona di casa, di dominare da lì l’intero living, in una posizione privilegiata, appartata, elitaria? La poltrona come un’isola funzionale, o meglio, come un trono domestico. Sembra scaturire proprio da questa idea l’esposizione “Thrones” di Downtown +, progetto nato da Laffanour / Galerie Downtown e Luna Laffanour. Un blitz artistico, della durata estemporanea di quattro giorni – dal 31 Maggio al 3 Giugno – quanto basta per offrire uno spunto di riflessione su questo oggetto centrale nella storia quanto nel design, dai significati molteplici e mutevoli a seconda del contesto in cui è collocato. 

Con la mostra “Trônes”, Downtown + punta i riflettori su un’ampia varietà di sedute, con la loro differente forma scultorea, la loro molteplice identità e carattere, riunendo pezzi tratti dalla collezione della galleria e opere di autori contemporanei. Ripercorrendo la modernità dagli anni ’50 a oggi, la mostra ne indaga dunque la nozione di “trono” ad esse associato, sia esso maestoso, funzionale, sacro o utilitario.

Sedie di Charlotte Perriand sono accostate a quelle di Ishigami, le creazioni di Leo Orta dialogano con una panchina di Fouillen ed Ellen Pong, mentre le sedute di Aleksandr Delev lasciano spazio a un divano di Hoi Chan Kwok. Accanto agli arredi, una serie di dipinti dell’artista newyorkese Tim Wilson.

L’esposizione accentua la sacralità di questi pezzi, ma la collocazione all’interno fra le sale dell’Hôtel de Guise (spazio in disuso al 72 di rue de l’Université) fa emergere interrogativi e contraddizioni: si tratta di oggetti d’uso o di opere d’arte? È la domanda che il curatore Romain Bitton sembra rivolgere ai visitatori.

“Trônes” è la prima mostra di Downtown +, ma nel corso degli anni Laffanour / Galerie Downtown ha legato il suo nome al lavoro degli architetti modernisti del XX secolo ottenendo un riconoscimento internazionale per le sue esposizioni di Prouvé, Perriand e Jeanneret.

Photo © Michael Brunn