Epica di un designer superstar

Con la mostra “Philippe Starck: Ubik”, a Parigi sino al 18 febbraio, la galleria Ketabi Bourdet apre una finestra sulla creatività del designer francese. Attraverso oggetti e immagini scattate negli anni ’80 da Tom Vack, per più di un decennio suo fotografo personale

“Philippe Starck – Ubik” @ Galerie Ketabi Bourdet, Paris
“Philippe Starck – Ubik” @ Galerie Ketabi Bourdet, Paris

Sovversivo, imprevedibile, folle. Insieme agli innumerevoli epiteti che definiscono il genio di Philippe Starck, un posto d’onore lo occupa ‘democratico’. Nella sua vita ha disegnato davvero di tutto.

Pasta, spazzolini da denti, profumi, biberon, motociclette, megayacht, case prefabbricate, palazzi, aerei. Persino razzi. E tutti battezzati con nomi curiosi. Specie quelli disegnati negli anni ’80, presi in prestito – a detta dello stesso Starck – dal romanzo Ubik di Philip K. Dick, talvolta variandoli leggermente con la consueta irriverenza.

“Philippe Starck – Ubik” alla Galerie Ketabi Bourdet
Tom Vack, Philippe Starck

Lo scrittore, dice Starck, lo ha «affascinato per la sua intuizione molto reale della modernità». E poi aggiunge: «Avevo detto, ma credo che lo smentirò, che avrei smesso di creare mobili quando avessi usato tutti i nomi contenuti in questo libro. Ne è rimasto solo uno…».

Da Philip a Philippe, quasi 60 prodotti sono stati nominati dal loro creatore attingendo al volume americano. Alcuni di questi sono ora i protagonisti della mostra Philippe Starck: Ubik fino al 18 febbraio esposta alla galleria Ketabi Bourdet di Parigi.

Lola Mundo Open – Photo © Tom Vack
Richard III – Photo © Tom Vack

Circa una trentina di pezzi di design sono presenti fisicamente, mentre nove sono i soggetti di altrettante opere fotografiche della collezione Vintage Prints di Tom Vack, stampate personalmente dal fotografo tra il 1987 e il 1989, quando viveva a Chicago, sua città d’origine.

«Ho fotografato questi oggetti sia a colori che in bianco e nero – racconta Vack – ma poiché sentivo che il lavoro di Starck aveva qualcosa in comune con Jules Verne, un uomo con un piede nel suo tempo e uno nel futuro, ho pensato che il b/n fosse il modo giusto per raccontarlo. La bellezza delle stampe analogiche in bianco e nero è la luminosità dell’argento nell’emulsione della carta».

Miss Zenzen – Photo © Tom Vack
Miss Donna – Photo © Tom Vack

Alcune delle stampe sono pezzi unici, e fanno parte di una collezione che comprende 23 soggetti stampati in diverse dimensioni. Si tratta per la maggior parte di arredi o oggetti disegnati da Starck, ripresi dagli scatti di Tom Vack alla fine degli anni ’80 in Italia, Germania e Francia. Testimoni di una lunga e fruttuosa collaborazione durata oltre un decennio.