Non poteva che essere uno studio torinese nell’anima – lamatilde – a firmare Fiat500Café (e, sempre a Torino, sul lungopò, anche il rinato Porto Urbano), luogo dedicato alla ricreazione, nel senso assoluto del termine: siamo in cima al Lingotto, immersi nel lavoro di Renzo Piano, proprio accanto all’anello (la Pista 500) che dagli anni ’20 veniva utilizzato dalla casa automobilistica torinese per testare le auto. Un luogo che parla di design e architettura a ogni centimetro.
Lamatilde ha con delicatezza messo mano a uno spazio di per sé non grande, accanto al luogo della memoria legato alla Fiat 500, uno spazio dove il confine tra piacevole e banale è praticamente invisibile, dove uno spazio di aggregazione rischiava di venire travolto da un contorno che racconta oltre 100 anni di storia.
E invece, con una creatività fatta di semplici ma armoniosi interventi, i partner in charge di lamatilde Luca Macrì e Michele Cafarelli hanno sviluppato uno progetto e un racconto rispettosi e delicati, che corrispondono alla declinazione dei principi del genius loci: una scocca in lamiera di ferro nera traforata avvolge – a mo’ di carrozzeria – lo spazio della caffetteria e ne regola spontaneamente i confini terminando senza soluzione di continuità da una parte con il bancone bar e dall’altra con la zona conviviale.
L’involucro si trasforma in un’architettura che si vede ma “non si sente”, ospita arredi semplici che non rubano la scena al contesto ma lo integrano. Anche l’area outdoor riprende il concetto di semplicità materica adottato per l’interior, con lunghi e sottili tavolini in ferro che accompagnano i visitatori verso l’anello Pista 500 e li introducono in una passeggiata green che ospiterà installazioni. Fiat500Café, dove la ricreazione incontra la creazione.
Tutte le foto, tranne dove specificato altrimenti © Alessandro Saletta – DSL Studio
