Zanellato/Bortotto: «Salviamo l’artigianato»

Giorgia Zanellato e Daniele Bortotto ci raccontano la loro mission di promuovere le maestranze: “Certe tecniche tradizionali stanno scomparendo, noi cerchiamo di attualizzarle e rilanciarle”


Giorgia Zanellato & Daniele Bortotto - Photo © Mattia Balsamini
Giorgia Zanellato & Daniele Bortotto - Photo © Mattia Balsamini

«Abbiamo studiato allo Iuav di Venezia, ma ci siamo conosciuti all’Ecal di Losanna», raccontano i designer Giorgia Zanellato, veneziana classe 1987, e Daniele Bortotto, friulano, nato nel 1988, insieme Zanellato/Bortotto con studio a Treviso dal 2013. «Lavoriamo insieme da quasi dieci anni, ma non siamo una coppia anche nella vita, come spesso accade, e ciò forse ci aiuta a progettare nel modo più sereno. Siamo molto affiatati, non c’è una divisione di ruoli, ci abbiamo provato in passato ma non ci siamo riusciti, perché i nostri progetti nascono da uno scambio continuo e costante in cui è difficile distinguere i singoli contributi».

Il loro segreto è la grande affinità che li lega e la capacità di completarsi a vicenda: «Daniele è ponderato, riflessivo e misurato, io sono più istintiva», ci rivela Giorgia, e Daniele replica: «È vero, Giorgia è molto più istintiva di me, e sa cogliere delle cose che io non riesco a vedere, forse per il suo innato fiuto femminile. I nostri progetti sono il frutto di uno scambio diretto tra noi, a volte nasce tutto da un incrocio di sguardi dopo aver visto un luogo o visitato un’azienda».

Una complicità (rara) e una sensibilità per il territorio, per le piccole realtà aziendali, per l’artigianato, che li fa eccellere ed essere tra i designer più richiesti nel panorama italiano e internazionale. «Quando abbiamo partecipato per la prima volta al SaloneSatellite, nel 2013, abbiamo presentato la collezione Acqua Alta, che interpretava la città di Venezia, una ricerca che continuiamo ancora oggi attraverso l’esplorazione e la rilettura delle tecniche artigianali locali. Al Satellite è stato illuminante vedere il pubblico ritrovarsi nei nostri oggetti, le persone scorgevano in Acqua Alta qualcosa di personale, come un ricordo di Venezia».

Barene by Botteganove, Design Zanellato:Bortotto - Photo © Mauro Tittoto
Barene by Botteganove, Design Zanellato:Bortotto – Photo © Mauro Tittoto
Specola by Incalmi, Design Zanellato:Bortotto - Photo © Mauro Tittoto
Specola by Incalmi, Design Zanellato:Bortotto – Photo © Mauro Tittoto

Venezia come musa ispiratrice, ben visibile in Barene, la nuova collezione di superfici ceramiche per Botteganove: «Sono delle piastrelle caratterizzate da una texture tridimensionale irregolare che cita le terre e la vegetazione semi-sommersa che emergono dalla laguna, che Federico Fellini descriveva come “uno strano arazzo, un immenso, meraviglioso tappeto persiano”». Le ceramiche Barene anche nella colorazione riprendono il fascino della laguna: «Stiamo studiando come ricreare i riflessi e le traslucenze dell’acqua che cambiano dalla mattina al tramonto, mettendo a punto degli smalti e dei lustri metallici cangianti».

Un altro loro progetto legato a Venezia è la lampada Specola in collaborazione con Incalmi, una ricerca sugli smalti vetrosi applicati sul rame e poi cotti ad altissime temperature: «È una tecnica secolare che in Italia ha avuto la massima espressione con Paolo de Poli che aveva lavorato anche con Gio Ponti. Ci siamo innamorati di questa tecnica, abbiamo avuto difficoltà nel trovare artigiani che la portassero ancora avanti, finché non abbiamo scoperto la smalteria di Incalmi, con forno a Marghera, nel porto di fronte all’isola di Venezia».

AdAstra by Terrapintada, Design Zanellato:Bortotto
AdAstra collection by Terrapintada, Design Zanellato:Bortotto

Il confronto diretto e potente tra Zanellato/Bortotto e gli artigiani è presente anche nel lavoro a più mani con il laboratorio ceramico sardo Terrapintada, già conosciuto per il progetto Artijanus/Artijanas, per creare Ad astra, «dodici elementi ispirati alle costellazioni, realizzati per la Galleria Luisa delle Piane, arredi molto complessi, realizzati con la tecnica dell’estrusione della ceramica che abbiamo spinto all’estremo».

A ciò si aggiunge l’art direction per Del Savio 1910, «un’azienda che come dice il nome ha più di cento anni di storia, una realtà specializzata originariamente nei pavimenti alla veneziana e nella palladiana, tecnica quest’ultima che abbiamo voluto riprendere e reinterpretare con un linguaggio nuovo, con fughe colorate che accendono le superfici predefinite, coinvolgendo anche designer internazionali».

Tra le numerose collaborazioni, il duo continua a sperimentare con DeCastelli, «un’azienda globale che preserva e prosegue tecniche antichissime e ormai in disuso, come il metallo martellato».

Progetti diversi, ma accomunati da una mission: «Ci misuriamo con gli artigiani e portiamo la tradizione in una dimensione più attuale, per guardare al futuro, certe realtà tradizionali sono in difficoltà e hanno bisogno di essere rilanciate e sostenute».

Impegnatissimi anche in questo torrido periodo estivo, Giorgia Zanellato e Daniele Bortotto ci confidano il loro sogno nel cassetto: «Ci piacerebbe approcciare il mondo dell’interior, mettere in relazione superfici, oggetti, legare i punti, idealmente ci ispira molto per raccontare il nostro mondo».