L’anno 2020 della ceramica italiana

Presentata da Confindustria Ceramica la situazione congiunturale di fine anno. Riflessioni e prospettive per il 2021 a supporto delle imprese italiane associate nel mercato domestico e internazionale

Si chiude in flessione il 2020 per l’industria italiana delle piastrelle di ceramica, conseguenza degli effetti scatenati dalla pandemia globale. Ad aprire uno spiraglio è, però, la progressiva ripresa dei volumi nel secondo semestre. Lo dicono il presidente di Confindustria Ceramica Giovanni Savorani insieme al direttore generale Armando Cafiero, in occasione della presentazione di bilancio di fine anno.

Giovanni Savorani, presidente Confindustria Ceramica
Giovanni Savorani, presidente Confindustria Ceramica

I dati di produzione, vendita ed export che durante il primo lockdown nazionale flettevano drasticamente hanno di fatto cominciato a salire con la ripresa dell’attività, consentendo di chiudere l’anno con un calo complessivo più contenuto. I numeri parlano di volumi di produzione intorno ai 330 milioni di metri quadrati, in significativa diminuzione rispetto al 2019. Come anche le vendite, in flessione meno marcata del –4% (391 milioni di metri quadrati), con un mercato domestico a –12% (73 milioni di metri quadrati) e un export a –2% (317 milioni di metri quadrati). A questo proposito, va posta una lente di ingrandimento sui mercati di riferimento. È stabile quello europeo che copre i 2/3 delle esportazioni, grazie anche ai risultati positivi nei mercati di lingua tedesca, mentre quello extra comunitario ne risente maggiormente: –1,7% in Nord America, –10/12% per Golfo, Nord Africa e Far East, –30% in America Latina (dati elaborati da Prometeia per il Preconsuntivo 2020).

Guardando al futuro, anche se un importante passo è stato fatto con il rinnovo del CCNL a conferma di un significativo investimento sullo strumento contrattuale, restano aperte tre grandi criticità che potrebbero pregiudicare pesantemente la competitività delle imprese italiane. La prima riguarda il mancato inserimento della ceramica nel sistema di compensazione dei costi indiretti dell’ETS, Unione Europea, ovvero quelli sull’energia elettrica di acquisto, penalizzando in modo incoerente il settore della ceramica italiana che ha investito importanti risorse ed è all’avanguardia nella tecnologia esistente.

Un secondo tema è quello delle infrastrutture. Nonostante delibere approvate, finanziamenti disponibili e progetti esecutivi, non partono i lavori per la Bretella Campogalliano-Sassuolo e il progetto regionale di collegamento ferroviario tra gli scali di Marzaglia e Dinazzano per rendere più efficiente l’intero sistema e aumentare il ricorso al trasporto su rotaia. Infine, è indispensabile che gli incentivi del Superbonus 110% possano diventare cantieri reali per riqualificare porzioni importanti di città.

“Fondamentale – spiega lo stesso Savorani – che la scadenza degli incentivi venga equiparata a quella del Recovery Plan, anno 2026, che le procedure vengano semplificate e che i plafond degli istituti di credito siano capienti a sufficienza per finanziare chi è interessato a ristrutturare».