Il futuro delle fiere? L’esempio arriva da Dubai

Pratyush Sarup, portavoce di Downtown Design, e Khadija Al Bastaki, direttrice del d3, spiegano come realizzare eventi “phygital” di successo

La Dubai Design Week, svoltasi dal 9 al 14 novembre, ha spostato il concetto di “phygital” in una dimensione di concretezza, attraverso l’applicazione di un programma ibrido, tra fisico e virtuale.
«Noi dell’Art Dubai Group, che comprende e gestisce Art Dubai FairGlobal Grad ShowDubai Design Week e Downtown Design, stavamo già riflettendo su quale sarebbe stata la fase successiva, di crescita ed evoluzione, delle fiere culturali. La pandemia ha solo accelerato la nostra risposta. Durante il lockdown abbiamo tenuto dei focus group con il network di designer, brand, industry leaders a noi vicini per definire come sfruttare la nostra piattaforma e quindi supportare i rispettivi obiettivi in questo anno di grandi sfide. Il nostro format “phygital” o, in altri termini, ibrido è il risultato di tale discussione». Queste le parole di Pratyush Sarup, portavoce di Downtown Design.

Pratyush Sarup, head of programming Downtown Design
Pratyush Sarup, head of programming at Downtown Design

«Eventi culturali e proiettati al design non possono realmente funzionale in una modalità completamente digitale – quel senso di scoperta, comunità e scambio ne sono parte integrante – e il modo in cui abbiamo curato il nostro programma ibrido ha permesso alle persone di connettersi con il fiorente panorama progettuale della Regione, da tutto il mondo e vice versa, attraverso un ampio range di proposte».

Proposte che hanno avuto successo «poiché abbiamo fatto leva sul DNA di ogni nostro evento: Downtown Design è un canale tra la creatività e le opportunità di business, è una porta di accesso alla design community nel Medio Oriente, Africa e Asia, è una piattaforma dove architetti, interior designer, industry leader, giornalisti, brand e designer possono incontrarsi durante la Dubai Design Week, e il programma ibrido lo ha effettivamente reso possibile! La nostra fiera digitale è stata concepita come hub per supportare i brand che erano stati nostri partner in passato: abbiamo avuto più di 150 espositori, inclusi nuovi brand che sono stati entusiasti di fare il loro ingresso nella regione quest’anno».

La differenziazione dell’offerta e un avvicinamento alla piattaforma online sono i trend più popolari del momento, «insieme alla crescita dell’e-commerce causata dalle misure precauzionali imposte nel mondo», prosegue Khadija Al Bastaki, Executive Director d3.

 width=
Khadija Albastaki

«Abbiamo un privilegiato accesso diretto ai concept tanto regionali quanto locali, e la nostra community è casa di oltre 50 retailer che hanno aperto le loro porte alle centina di partecipanti della Dubai Design Week». L’intero evento si è infatti svolto in partnership con il d3, l’Art Dubai Group, oltre che supportato dalla Dubai Culture and Art Authority: «Il Ministro della Cultura sta lavorando per identificare le modalità migliori per supportare l’economia creativa. Al d3 è stato attualmente commissionato un rapporto che si basa sui risultati del primo Design MENA lanciato nel 2014. Inoltre, abbiamo lanciato diverse iniziative per aiutare le PMI nel settore creativo ad affrontare le attuali sfide e diminuire l’impatto economico. Iniziative che includono termini di pagamento flessibili e procedure semplificate, tra le tante, e che mirano a rafforzare l’ecosistema creativo di Dubai e l’attrattiva degli emirati per i talenti e le imprese».

E in merito al futuro delle fiere, aggiunge: «Gli eventi nel mondo del design sono incredibilmente importanti, la tangibilità è vitale, ma questo non può avvenire a discapito della salute e della sicurezza, pertanto si è dimostrato come un modello ibrido di eventi fisici e digitali possa avere successo. La preparazione e la resilienza degli Emirati – unitamente alle misure di sicurezza applicate dalle autorità – devono fornire a Dubai e al resto del mondo la fiducia che eventi fisici possono trovare nuovamente attuazione».