Baxter WorldWide 2020: strategia emozionale

Non solo non si è lasciata arrestare dagli stop imposti dal lockdown, ma ha colto l’opportunità per attivare un progetto diverso, globale e partecipativo. Così Baxter ha promosso la nuova collezione, pronta ora per prendere posto nelle vetrine di tutto il mondo

Portare fisicamente la community di Baxter a Milano per mostrare le novità 2020 è risultato subito impossibile, appena dopo le chiusure dovute alla pandemia. Però, “se loro non possono venire da noi perché non andiamo noi da loro?”. La proposta del CEO Paolo Bestetti si è concretizzata fulminea, quasi come il lampo della sua idea, cogliendo possibilità inesplorate dettate dal momento. La sfida principale è stata quella di far comprendere la nuova collezione a distanza senza intaccare l’essenza dell’azienda, fatta non soltanto di design d’eccellenza, ma soprattutto di emozione e sensorialità.

La tecnologia ha dato sicuramente un enorme contributo sopperendo il bisogno di fisicità fino ad ora insostituibile. Lo strumento è stato però usato con mano e mente sopraffina. Con uno step digitale, lo scorso ottobre, partner e amanti del brand di tutto il mondo sono stati coinvolti nel progetto WorldWide 2020, un viaggio pressoché simultaneo (stesso giorno ma in ore diverse) per scoprire le nuove proposte entrando nella nuova casa virtuale Baxter. Ma soprattutto, senza perdere tempo, a partire dallo scorso maggio è stato fatto un lancio all’interno della propria rete retail internazionale (oltre 70 Paesi) che ha consentito loro già ad ottobre di essere pronti per la scelta dei prodotti da proporre in showroom. «Da sempre Baxter realizza ricerca su colore e materie ed è questo un aspetto molto difficile da trasferire a distanza – racconta Bestetti – La materia la senti e ti regala emozioni. Abbiamo quindi spostato fisicamente la nostra ricerca dai clienti e la cosa che ci ha affascinato di più è stata la loro reazione nel vedere in anteprima i nuovi prodotti top secret con un mix di indizi digitali e sensoriali, toccando con mano le nuove pelli e i nuovi materiali».

Stone by Federico Peri, Baxter
Brigitte collection by Draga & Aurel, Baxter
Milano sofa by Paola Navone, Baxter
Ronchamp table, Baxter
Milano by Paola Navone, Baxter
Stone by Federico Peri, Baxter
Brigitte collection by Draga & Aurel, Baxter
Milano sofa by Paola Navone, Baxter
Ronchamp table, Baxter
Azzal by Studiopepe, Baxter
Milano by Paola Navone, Baxter
Parsec by Pietro Russo, Baxter
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Quest’anno la ricerca sui colori si è concentrata su 3 palette accostate a materiali diversi: la prima classica, rassicurante, dove i toni caldi del cioccolato si accostano al blu mirtillo forte e al color cammello abbinati a ottone e marmi bianchi come il marmo Bianco Gioia. La seconda si declina in varie nuance di verdi (dal verde militare al verde lime brillante) a cui si uniscono dei grigi; il metallo associato è l’alpacca, come fosse un argento. L’ultima, sorprendente, è un turchese molto brillante abbinato ad un colore ‘nudo’, una sorta di color carne.

Anche i designer, insieme all’ufficio stile interno, hanno lavorato su comfort e forme sensoriali con cui stabilire un feeling. Anche loro coinvolti in un video per raccontare in prima persona i progetti, a tu per tu con le loro creazioni, da ideatori a fruitori mentre ne testano e assaporano le caratteristiche empatiche.
Ci sono le rotondità morbide e rassicuranti del divano Milano di Paola Navone, giocosità e sensualità nella poltrona Leon e nella stampa primitiva della sedia Greta del duo Draga & Aurel ed anche la loro lampada da parete Googie vuole connettere il design con i ricordi.
E ancora, la forte matericità espressa da Studiopepe con la vetrofusione abbinata al marmo nei tavolini Verre Particulier o nella libreria Azzal, ispirata alla pianta del Pirellone di Gio Ponti; e gli spigoli arrotondati di Stone, letto la cui testata componibile ricorda i sassi levigati dall’acqua, e di Tunnel, lampade di grandi dimensioni in plexiglass che irradiano luce generando un effetto delicato, entrambi di Federico Peri. Infine, i ‘punti di vista’ di Pietro Russo con lo specchio Peris, concepito come un di angolo diedro per una visione al di là di quello che riflette, e con la scrivania Parsec 
nata da uno studio su come si può tagliare una forma e ottenerne infinite.