Al suo quinto anno di vita il Collectable Book de IFDM sceglie un abito nuovo, firmato da un’autentica etichetta che segna i suoi tratti distintivi – Wonder -, e diventa così protagonista del progetto editoriale.
Per noi de IFDM si è trattato di ratificare una realtà ormai conclamata da tempo: il mondo del Progetto e dunque la sua Bellezza, fin dalla prima edizione del marzo 2016, ha rappresentato la linea guida delle collezioni dedicate al Contract e all’Hospitality. La Bellezza a 360°, non solo estetica, ma anche concettuale, quella che non si vede ma si avverte quando ci si trova davanti a un progetto che attrae “solo” per l’armonia che esprime.
All’alba della nona edizione viene dunque premiata e posizionata in copertina diventando fautrice del re-branding, o meglio, del consolidamento del titolo in .Wonder – Projects & Hospitality Collection.
Wonder è per IFDM il meglio della selezione, nell’interior, nella progettazione, nell’architettura e nelle produzioni d’arredamento. Wonder è la più significativa delle evocazioni e delle meraviglie che i nostri lettori possono apprezzare.
Questa edizione vede protagoniste alcune grandi firme internazionali dell’architettura e dell’interior: Gilles & Boissier, Shigeru Ban, Renzo Piano, Peter Marino, Kerry Hills, Waterfrom. Un Parterre de Roi di tutto rispetto per altrettanti progetti, ognuno dei quali offre un grip affascinante e attraente. Ma anche le nuove generazioni della progettazione segnano successi importanti: arte e architettura si fondono nello spettacolare Nobu messicano realizzato dai giovani americani di PCH Studio, un vero gioiello di fronte all’Oceano. Non ortodosso come composizione dello studio e conseguenti expertise, il team di RBSGroup che ha progettato la complessa Olympic House di Losanna.
Una nave a Londra, questo l’effetto dello Standard disegnato da Shawn Hausman e Archer Humphryes. Ogni progetto del Wonder Book è un indirizzo da scoprire, anche dietro le apparenze per saperne cogliere il prestigio e le opportunità. Rinnovata la partnership con ColorWorks. Le sue due prime Color Design Stories toccano temi esplorati anche nel passato: tecnologia, relazioni umane, etica ed estetica, ma spingendosi oltre e andando a toccare la sociologia (e ci sono delle sorprese) e il campo delle neuroscienze. Questo rappresenta la conferma di come un trend è tale se resiste nel tempo e il suo cambiare forma – come nel caso della tecnologia e dei suoi utenti – è un aspetto da seguire e comprendere.