Grandi donne crescono

Arianna è affascinata dall’interazione individuale all’interno degli spazi domestici e ama collezionare objets trouvés. Chiara ha un interesse atavico per materiali, forme e colori e ha un approccio istintivo al design. Il duo Studiopepe non ha tardato a farsi notare con quel concentrato di passione, raffinatezza e interpretazione che rende unico e sofisticato ogni progetto. Ad accorgersene sono stati in molti.

La vostra è stata una strada tutta in discesa, con un punto di ‘esplosione’.
Tutto è cambiato specialmente dopo The Visit, il nostro progetto per Milano Design Week 2017, che ha rappresentato un momento di svolta per Studiopepe. The Visit è stato un progetto di successo che ha confermato il nostro approccio al design, diventando il riassunto di molti anni di ricerca e sperimentazione. Ora siamo concentrate su molti progetti, principalmente di interior e product design.

Definite il vostro stile.
La nostra filosofia si basa su un approccio concettuale ispirato all’inaspettato, con un background fatto di visioni e iconografie. Creiamo una nuova estetica dove gli oggetti sono messi in connessione tra loro usando diversi codici, tra cui razionalità e sorpresa.

Boutique Alysi, Milano, progetto Studiopepe
Boutique Alysi, Milano, progetto Studiopepe

Poesia e rigore. Come li conciliate?
Li bilanciamo. Amiamo indagare l’esperienza dello spazio legata al colore, ai materiali, agli elementi che lo compongono, mescolando vocazione artistica e poetica a rigore, necessario in fase di progettazione e ricerca.

In cosa convergete e in cosa vi differenziate.
Siamo sempre in un vortice di delicata armonia.

Che percentuale hanno sperimentazione e ricerca?
I nostri progetti sono riconosciuti per la loro forte identità iconografica, basata sulla sperimentazione. È una costante ricerca su colore e materiali e sulla contaminazione tra i diversi linguaggi del contemporaneo, allo scopo di perseguire un risultato speciale che rispetti l’individualità di ogni cliente. L’ispirazione può arrivare da mondi differenti: dall’antica Grecia, dai maestri moderni, dalla contemporaneità, dall’arte o fotografia. Cerchiamo di conservare solo gli archetipi e di seguire sempre le nostre intuizioni. Trascorriamo molto del nostro tempo alla ricerca di una nuova estetica.

Boutique Alysi, Milano, progetto Studiopepe
Boutique Alysi, Milano, progetto Studiopepe

Il vostro lavoro di interior design più recente?
Un progetto di retail a Bangkok, aperto a fine novembre per un noto marchio di abbigliamento. A breve inaugureremo un albergo a Parigi, e stiamo lavorando a due ristoranti in Germania.

Oltre al lavoro di consulenza creativa e di interior design, avete varcato il campo del product design. Come è iniziato il percorso e come si è evoluto?
Abbiamo iniziato progettando prodotti che non ‘trovavamo’ in commercio per i nostri progetti, facendoli realizzare da artigiani fidati. È nato l’interesse da parte delle aziende ad avere questi oggetti nelle loro collezioni, e così abbiamo aperto la divisone di product design all’interno dello studio più di 4 anni fa. Attualmente, lavoriamo per numerosi brand di arredamento e complementi, ma abbiamo sperimentato anche collaborazioni con marchi di moda, creando prodotti di serie, ma anche edizioni limitate e pezzi unici.

Che tipologia di elementi d’arredo avete trattato? Quali i lavori più recenti?
Abbiamo creato oggetti ed elementi diversi, dall’imbottito alla ceramica, dal tappetto agli oggetti d’arte. È recente la presentazione della famiglia di imbottiti, poltrone, pouf e tavolini per Tacchini.

The Visit, progetto Studiopepe, ©Andrea Ferrari
The Visit, progetto Studiopepe, ©Andrea Ferrari

Con quali altre aziende lavorate?
Lavoriamo con molti brand italiani ed esteri: Tacchini, Baxter, Agape, Wall&decò, Ceramiche Bardelli, CC Tapis, Atelier de Troupe e tanti altri.

Che differenze riscontrate tra creare un oggetto d’arredo e un ambiente?
L’approccio è sempre simile, tutti i nostri progetti sono eclettici: combiniamo i temi della memoria comune ad un particolare inaspettato. È un’interazione fluida tra idea, materiale ed esigenze.

 Revolving Moon, design Studiopepe per Agape
Revolving Moon, design Studiopepe per Agape

Cosa avete imparato dal product design che prima non sapevate?
Abbiamo imparato che estetica e bellezza non sono solo legate alle forme. Vogliamo creare un’emozione.

Siete soddisfatte dei risultati? Quali oggetti preferite disegnare?
Assolutamente si. Facciamo questo lavoro per creare bellezza, fattore che implica non solo la superficie, ma anche la sostanza delle cose, e gioca con eleganza, grazia e sorpresa insieme. Non ci sono oggetti che preferiamo disegnare, semplicemente ci piace esplorare l’aspetto inatteso di ogni cosa che facciamo.

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Thalatha e Zefir, design Studiopepe per Baxter, ©Andrea Ferrari

Creare in due. Qual è il vostro punto di mediazione? Avete un metodo?
Il metodo e fare brainstorming iniziale, spesso a contrasto, per trovare le idee e l’ispirazione che ci accomuna.

Nell’ambito dei vostri gusti personali, cosa amate in particolare?
Entrambe amiamo l’arte e il viaggio.

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Club Unseen, progetto Studiopepe, ©Giuseppe Dinnella

Come sono le vostre case?
Rappresentano il nostro carattere e sono sempre in constante evoluzione. Sia nello spazio che abitiamo, che in quello in cui lavoriamo.

 Co Van Der Hosrt, progetto Studiopepe, ©Silvia Rivoltella
Co Van Der Hosrt, progetto Studiopepe, ©Silvia Rivoltella