Settant’anni di storia e successi

L’anniversario dei 70 anni diventa occasione per ripensare il presente e guardare al futuro…

Siamo entrati in quella che abbiamo definito la ‘terza fase’ di Minotti. La prima coincide con i primi, notevoli cambiamenti che abbiamo apportato in azienda, intorno alla metà degli anni’ 80. In quel periodo l’immagine aziendale si è evoluta significativamente, abbiamo abbandonato l’estrema classicità in favore di uno stile contemporaneo. Nostro padre in quel momento fu un esempio per noi, concedendoci spazio di manovra, sostenendoci con consigli e suggerimenti.
Abbiamo così potuto affrontare la ‘seconda fase’, quando abbiamo costruito commercialmente la solidità dell’azienda, attraverso passi in avanti semplici basati su precise strategie, per lanciare una nuova sfida; sfida rappresentata dalla collaborazione con Rodolfo Dordoni, che quest’anno raggiunge il traguardo dei 20 anni. Insieme a lui che coordina le nostre collezioni, abbiamo ripensato a cosa poter aggiungere per dare nuovo stimolo e impulso all’azienda.
Da qui la ‘terza fase’ con l’apertura verso collaborazioni creative esterne: il primo passo è stato fatto con Christophe Delcourt lo scorso anno, ora con Nendo – studiando una famiglia di prodotti dedicati in primis all’hospitality – e Marcio Kogan, il cui prodotto è naturale estensione del suo fare architettura. Stiamo già studiando la strategia stilistica del 2019: abbiamo tante idee e soprattutto energie; abbiamo i giovani che ci supportano e – fattore fondamentale – un team straordinario, poiché non si può fare impresa senza una squadra al proprio fianco.

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QUADRADO design by Marcio Kogan
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RING design by Nendo

L’identità Minotti è veicolata da una forte identità familiare. C’è un valore altrettanto unitario che vi ha guidato dalle origini a oggi?

In una parola potrei dire ‘passione’. È un termine che usiamo frequentemente, e che si sente citare altrettanto spesso. Noi la adoperiamo nella profondità del suo significato, perché amiamo realmente quello che facciamo ogni giorno.

Il brand ha assunto un respiro più che internazionale, ma mantiene un forte legame con il territorio, a partire dall’headquarter…

 La terza fase dell’azienda ha coinciso con un ampliamento, due anni fa, dell’area produttiva di 5mila mq adiacente all’headquarter, per supportare questo nuovo percorso evolutivo delle collezioni; abbiamo ampliato il Minotti Studio e “arruolato” nuove figure di altissimo livello – nei settori che riguardano la creatività, la comunicazione e la produzione – arricchendo così un parterre di risorse umane che era già consistente. E che include anche la terza generazione Minotti che ci segue e si prepara al futuro.
Dalla nostra sede possiamo mantenere il controllo diretto di tutta la filiera produttiva, che da noi dista non oltre i 30/40 chilometri.
Nei mercati esteri ci siamo organizzati con area manager e agenti, investendo al contempo nel back-office e aumentando il servizio verso i clienti, per assicurare funzionalità e rapidità di risposte.

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Headquarter Minotti

Quali sono le collezioni che meglio rappresentano questo anniversario?

Sicuramente l’edizione speciale di Albert&Ile, una famiglia di sedute e tavolino, parte dell’Archivio Storico Minotti e disegnati negli anni ’60 da Gigi Radice, con cui nostro padre lavorò per molti anni, in maniera non dissimile da come noi ora stiamo facendo con Rodolfo Dordoni. Fu lo stesso Gigi Radice a progettare la casa dei nostri genitori a Meda, una residenza iconica, caratterizzata da un razionalismo architettonico senza tempo. Allo stesso modo, Albert&Ile sono prodotti che nonostante il loro sapore vintage sono perfetta espressione dello spirito contemporaneo dell’azienda: un vero omaggio alle origini e soprattutto a nostro padre, Alberto, e a nostra madre, Ileana, attualmente Presidente Onorario dell’azienda.

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ALBERT & ILE design by Gigi Radice / Minotti Archivio storico

Minotti è divenuta negli anni un misuratore di stile. Come si arriva a una tale autorevolezza?

Direi attraverso il rigore. Abbiamo sempre mosso i nostri passi senza mai anteporre la volontà di fare i grandi numeri, mantenendo un atteggiamento ‘artigianale’ nei confronti del nostro lavoro: significa cura del dettaglio e qualità, valori su cui non abbiamo mai ceduto. Questo unito a una forte coerenza d’immagine e di contestualizzazione del prodotto nei giusti mood d’arredo.

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ALEXANDER design by Rodolfo Dordoni

Qual allora è il mood Minotti?

Abbiamo sempre cercato un’identità peculiare e distintiva in questo mondo. Quando abbiamo iniziato la collaborazione con Dordoni, le aziende preferivano invece avvalersi di più designer.
Noi preferiamo invece chiedere al creativo di far confluire il suo estro all’interno del nostro progetto, in continuità con il DNA aziendale. Il nostro intento è di creare ambientazioni, sensazioni, che siano ogni anno in grado di sorprendere ma non scioccare. Ad esempio, fino all’anno scorso siamo stati più decorativi, la proposta presentata quest’anno è ben più grafica e luminosa: per i visitatori al Salone è stata sicuramente uno stupore positivo. Questo è e rimarrà il nostro modo di fare.

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Minotti al Salone del Mobile 2018
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Minotti al Salone del Mobile 2018