ItalianCreationGroup ha acquisito un marchio storico come FontanaArte, ma com’è recepito il brand oggi e come lo sarà in futuro nell’approccio di ItalianCreationGroup?
Puntiamo a qualcosa di estremamente importante e profondo che rappresenta al tempo stesso la storia e la contemporaneità e molte generazioni: la nostra intenzione in questo momento è fare introspezione per ben definire il Dna del marchio FontanaArte.
Sarebbe impossibile oggi pensare di ri-costruirlo, avendo una storia unica legata a nomi come Gio Ponti, Pietro Chiesa, Gae Aulenti, Max Ingrand: ciò che si può fare è non disperdere un’eredità e al tempo stesso accrescere la forza di un brand dal potenziale inesplorato. Pur essendo un nome molto rispettato, i suoi clienti si aspettano un’ulteriore evoluzione che solo un brand autenticamente di alta di gamma – sofisticato e aristocratico – può dettare.
E in questo lavoro di introspezione e rivalutazione, che ruolo avranno i designer?
Non ci sarà più un art director: essere art director di aziende con il patrimonio di FontanaArte è un po’ come essere curatore di una storia del design, e in questo momento preferiamo accogliere tutte le idee creative che siano allineate con il posizionamento del brand, da designer che siano in sintonia con i valori FontanaArte, non solo per riprenderne ed esaltarne la storia, ma anche per pensare al nuovo e al futuro.
ItalianCreationGroup ha ora un invidiabile portafoglio di quattro marchi importanti, come intendete rafforzare la presenza del gruppo sul mercato italiano e internazionale?
Nel primo canale, il retail, vediamo molta sinergia da un lato fra FontanaArte e Driade, dall’altro fra Valcucine e Toscoquattro (ndr, anch’essa acquisita ad agosto 2016). In termini di dealership, in Italia e nel mondo ci saranno forti sinergie negli showroom e nella distribuzione.
L’altro canale di grande rilevanza è il contract. ItalianCreationGroup sta realizzando numerosi progetti in questo settore e ora abbiamo completato l’offerta con una forte sinergia e complementarietà fra i diversi brand. L’approccio è verso una progettazione personalizzata, sia da catalogo sia custom; ad esempio le riedizioni per il Four Seasons, una lampada di Ingrand degli anni ’50, o per i negozi Bulgari, una produzione degli anni ’60 rieditata solo per questo progetto.
E quali strategie per il canale online?
Per quanto riguarda la vendita siamo su molte piattaforme, come lovethesign, luisaviaroma, o negli Stati Uniti – dove il fenomeno dell’on-line è molto consolidato specie nell’illuminazione e influenza l’acquisto anche off-line nel 50% dei casi – un player di grande rilevanza è Ylighting. Stiamo lavorando molto anche sulla presenza online delle aziende del gruppo, perché crediamo che prima di vendere sul web si debba costruire la visibilità online dei brand, ad esempio sui siti e sui social.
ontanaArte è già molto forte in questi contesti. Ma stiamo anche preparando la vendita online e in questo l’illuminazione, o l’oggettistica di Driade, si prestano molto. Oltre a investire sul livello di servizio, l’approccio sul canale online sarà segmentato in funzione della tipologia di prodotto e in funzione del processo di acquisto.